Il Michelangelo n° 4 a.s. 2013/14 | Page 22

Torino...Che scoperta!!! M ai pensavamo che Torino potesse essere una città mitteleuropea ricca di storia e di tradizioni culturali varie. Pochi sono stati i giorni di permanenza nella capitale sabauda, ma appena sufficienti per comprendere come abbia influito sulla nostra storia italiana. Una delle prime visite è stata a Palazzo Reale. Ci si rende subito conto di come un singolo edificio possa aver potuto rappresentare la storia non solo di una famiglia, ma di tutta una nazione. Anche se il gusto dei Savoia può essere considerato “provinciale”, alcuni elementi di questo palazzo respirano un'aria internazionale, basti pensare alla scala delle forbici di Juvarra, costruita in condizioni statiche quasi paradossali; ai maestosi lampadari a grandezza umana e al susseguirsi delle sale riccamente decorate. Una precisazione: tutti i pavimenti delle sale del palazzo sono ricoperti da parquet, eccetto due. Queste, ricoperte di marmo, nei periodi invernali, venivano riempite d'acqua che, grazie al freddo torinese, diventava ghiaccio permettendo alle giovani principesse di pattinare. Dalle finestre del palazzo si possono notare i giardini all'inglese della reggia e dalla parte della corte principale Piazza Castello, dove campeggia Palazzo Madama di cui abbiamo appreso soltanto la storia, data l'impossibilità di visitarlo. Una seconda giornata è stata dedicata alla Mole Antonelliana: la vecchia sinagoga torinese è stata restaurata e trasformata in un moderno museo, il Museo del cinema. Nelle sale vi è e- sposta una ricca collezione di strumenti che erano utilizzati prima dell'invenzione della macchina da presa. La grande sala centrale della sinagoga è stata utilizzata per il percorso museale dove sono messe in mostra le foto e le locandine dei film che hanno vinto gli Oscar. Il percorso si addossa alle pareti, lasciando libero lo spazio centrale dove un ascensore, che sembra librarsi nell'aria, porta al lanternino da cui è possibile godere del panorama torinese, un panorama che suscita serenità. Torino, città “verde”: dal parco del Valentino ai giardini di Palazzo Reale, dalla residenza di Stupinigi a Venaria Reale. Ma ciò che maggiormente stupisce è l'accuratezza con la quale vengono tenute queste zone verdi e la pulizia degli spazi comuni usati con rispetto sia dai cittadini che dai visitatori. Sembra essere distanti anni luce dai pochi alberelli delle nostre cittadine usati come “vespasiani” non solo dagli animali. La gita è continuata con la visita del Museo Egizio. Il nuovo allestimento museografico (che sarà completato nel 2015) mette finalmente nella giusta luce tutti i reperti conservati al suo interno. Dai saloni con le grandi statue (allestimento realizzato da Dante Gabriele Ferretti, pluri-premiato agli Oscar) alla tomba di Kha, che mette in risalto tutti gli arredi della mastaba, il percorso è diventato innanzitutto un percorso didattico che spiega non solo i processi di mummificazione e la sua evoluzione (splendidi i papiri con le scritture del Libro dei Morti), ma anche la vita quotidiana nelle case e nei palazzi, a partite dai piccoli oggetti di uso personale fino agli arredi delle case e di rappresentanza. Un altro giorno è stato dedicato alla vecchia capitale della Savoia, Chambery. Il centro storico è quello di una