Eroi o apatici? A noi la scelta
Salvare
onare per
D
Lo stupore assoluto. Questa
l’emozione principale degli alunni
venuta fuori a seguito della conferenza tenuta dal dottor Maurilio
Carpinteri sul problema della donazione degli organi.
Troppi pregiudizi ed una considerazione superficiale dell’argomento,
portano la maggior parte della gente a ritenere questo come un qualcosa di umanamente ingiusto. In
fin dei conti, chi pensa ciò è sicuramente chi ha provato in prima persona il dolore di perdere una persona cara e che quindi, a causa del
legame affettivo con il defunto, si è
chiuso nella convinzione che corpo
e anima debbano ‘riposare in pace’.
Ma, se si riflette un attimo, sorge
spontanea una domanda: Che me ne
faccio dei miei organi io che dopo
la morte sarò destinato a diventare
cenere? La risposta è ovvia: nulla.
Proprio da queste considerazioni si
arriva alla conclusione che, donare i
propri organi, non può che giovare
all’umanità.
Purtroppo, la classificazione della
donazione degli organi come fattore
negativo, deriva non solo dal problema emotivo, ma anche dal rino-
Il prof. Maurilio Carpinteri
mato problema del cosiddetto
“mercato nero”. C’è chi è disposto
a tutto per guadagnare denaro, persino a donare i propri organi o quelli dei propri figli. Se solo ciò non
avvenisse così frequentemente, il
giudizio riguardo all’argomento sarebbe certamente più razionale e positivo. Dunque, se non fossimo così
accecati dalle emozioni e dalle esperienze, crederemmo tutti, come è giusto che sia, che donare gli organi è
veramente giusto.
A questo proposito, per essere veramente certi di ciò che abbiamo appena affermato, potremmo fare un paragone tra la donazione degli organi e il
riciclo. Mettiamo il caso che qualcuno abbia appena finito di bere una
lattina di Coca – Cola. A quel punto
si troverebbe davanti ad una scelta:
gettare
via
la
lattina
nell’indifferenziata oppure gettarla
nell’apposito contenitore al fine di
riciclarla e produrre altri oggetti. Se la
gettasse nel contenitore comune, sprecherebbe soltanto materiale, se la
gettasse nell’apposito contenitore,
contribuirebbe alla “vita” di altre lattine.
Ecco, la lattina rappresenta il nostro
fegato, i nostri reni, il nostro cuore;
possiamo
decidere
di
gettarli
nell’immondizia o di donarli e contribuire alla vita di un altro individuo
che ne ha bisogno.
Detto ciò, si arriva ad una sola e gratificante conclusione: sapremo che,
dopo la nostra vita, avremmo contribuito a salvare l’umanità e saremmo
tutti, nel nostro piccolo, degli eroi.
Salvatore Beninato
III A Liceo Scientifico
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