Il manga e la pubblicità giapponese Settembre 2013 | Page 9
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Non
è
più
la
nuvoletta
a
dirci
cosa
pensare
dei
sentimenti
dei
personaggi:
è
il
disegno
nella
sua
interezza
che
ci
parla>>
Cfr.
Jean-?Marie
Bouissou,
Il
manga,
storia
e
universi
del
fumetto
giapponese,
Tunuè,
2011,
p.127
Le
caratteristiche
sopra
indicate
hanno
fatto
del
manga
una
nuova
frontiera
di
espressione
e
intrattenimento,
raggiungendo
il
cuore
dei
fan
oltreoceano
come
in
Italia
e
in
Francia
dove
è
nata
una
grandissima
mole
di
fan;
non
a
caso
le
più
grandi
fiere
del
fumetto
in
Europa
sono:
Japan
Expo
a
Parigi
e
Lucca
Comics
&
Games
a
Lucca.
Il
manga
è
un
mondo
vero
e
proprio,
non
è
solo
un
fumetto
o
una
tipologia
di
narrativa;
ha
quel
qualcosa
in
più
che
affascina,
che
non
ti
fa
mai
perdere
l’attenzione.
Sono
pagine
che
parlano
di
vita,
morte,
amore
o
sofferenza,
realizzate
e
trasmesse
con
una
tale
intensità
che
ogni
pagina
lascia
una
traccia
immutabile
in
ogni
lettore.
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Solo
nel
1995
in
Giappone
sono
stati
venduti
1,9
miliardi
di
manga,
pari
a
un
ragguardevole
40%
del
totale
delle
vendite
di
periodici.
Tutti
in
Giappone
leggono
i
manga,
eccetto
i
neonati
e
i
moribondi>>
Cfr.
Manga,
fast
food
&
Samurai,
Un
Giappone
tutto
sbagliato,
Feltrinelli
Traveller,
2006,
p.17
1.1
Le
Origini
Le
sue
prime
tracce
le
ritroviamo
in
brevi
citazioni
di
alcuni
graffiti
realizzati
nel
VI
secolo,
per
poi
passare
ai
“Rotoli
degli
animali”
(Chôju
giga)
conservati
nel
tempio
Kozanji,
risalenti
a
cinque
secoli
dopo.
Questi
rotoli
sono
detti
anche
“e-?maki”
(libri
rossi:
storie
fiabesche
o
fantastiche).
I
rotoli
sono
divisi
in
quattro
parti,
le
prime
due
rappresentano
preti,
guerrieri
e
altri
personaggi
in
forme
caricaturali
di
animali,
realizzati
in
pose
osè.
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