Il manga e la pubblicità giapponese Settembre 2013 | Page 57
I
cartoon
americani
nascono
muti
e
in
bianco
e
nero
mentre
l’anime
nasce
a
colori
e
con
il
sonoro.
Il
cartoon
americano
trae
origine
dalle
strip,
quindi
da
situazioni
che
hanno
sviluppi
umoristici
molto
semplici,
l’anime
invece
prende
ispirazione
dai
manga,
che
più
sono
corposi
e
più
sono
di
successo.
C’è
da
dire
che
in
molti
casi
lo
stile
giapponese
può
risultare
molto
statico,
al
contrario
della
regola
dettata
dal
maestro
dell’animazione
d’autore
americana
Norman
McLaren,
secondo
cui
non
si
deve
muovere
il
disegno,
ma
disegnare
il
movimento.
Vale
la
pena
però
ricordare
che
negli
anni
in
cui
l’animazione
era
sprofondata
in
una
crisi
nera,
il
cartone
giapponese
vedeva
la
sua
crescita.
Che
cosa
hanno
i
cartoon
giapponesi
di
differente
rispetto
a
quelli
americani?
I
cartoon
giapponesi
parlano
della
soggettività,
non
più
il
cartone
del
gruppo
o
della
famiglia,
ma
dell’individuo.
In
linea
generale
si
può
dire,
come
già
accennato
a
inizio
capitolo,
che
gli
anime
sono
considerati
come
dei
“fumetti
animati”;
come
i
manga
tralasciano
le
azioni
che
stanno
tra
una
vignetta
e
l’altra,
così
gli
anime
lasciano
all’immaginazione
i
movimenti
dei
personaggi
che
non
è
strettamente
necessario
mostrare.
Ad
esempio
a
differenza
di
Hanna
&
Barbera
che
hanno
inventato
il
continuo
dialogo
tra
i
personaggi
per
sopperire
alla
mancanza
di
disegni
per
le
animazioni,
l’anime
ha
creato
il
dialogo
con
se
stessi,
con
risultati
di
grande
effetto.
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