Il manga e la pubblicità giapponese Settembre 2013 | Page 55
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Certamente
Disney
non
intende
tanto
interpretare
la
realtà,
quanto
inventare
una
realtà
parallela.
Ovvero,
come
ha
affermato
lui
stesso,
“portare
alla
luce
quei
sogni
e
quelle
fantasie
che
tutti
abbiamo
evocato
nel
corso
nella
nostra
vita”>>
Cfr.
Le
anime
disegnate,
il
pensiero
nei
cartoon
da
Disney
ai
giapponesi
e
oltre,
Minimum
Fax,
2005,
p.43
Dall’altra
parte
di
queste
favole
ci
sono
i
celebri
cortometraggi
della
Warner
Bros
(Bugs
Bunny,
Duffy
Duck,
ecc)
in
cui
lo
scopo
fondamentale
è
divertire,
divertire
e
ancora
divertire,
giocando
sempre
sul
conflitto
tra
due
personaggi
(quello
furbo
e
lo
sciocco
di
turno),
portando
all’eccesso
lo
scontro
o
l’inseguimento,
ma
senza
alcuna
conseguenza
reale
a
meno
che
non
serva
a
far
ridere.
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Nelle
favole
e
fiabe
americanizzate
di
Disney
ci
sono
i
buoni
e
i
cattivi,
e
i
cattivi
riceveranno
sempre
la
giusta
punizione
naturalmente:
ciò
che
i
buoni
dovranno
fare
è
resistere,
pazientare
nella
loro
bontà
fino
a
che
giustizia
trionfi.
Nelle
comiche
Warner
il
conflitto
tra
buoni
e
cattivi
è
solo
un
irriverente,
fantasmagorico
gioco>>
Cfr.
Con
gli
occhi
a
mandorla,
sguardi
sul
Giappone
dei
cartoon
e
dei
fumetti,
a
cura
di
Roberta
Ponticiello
e
Susanna
Scrivo,
Tunuè,
2007,
p.67
In
Disney
c’è
sempre
un
dio
che
aggiusta
tutto,
che
fa
in
modo
che
gli
avvenimenti
procedano
come
le
vogliamo
noi
in
attesa
del
paradiso
finale.
I
cartoon
di
Avery
e
Jones
sono
atei,
e
se
un
dio
dovesse
apparire,
verrebbe
trattato
come
qualsiasi
altro
personaggio.
9.
9.
“Looney
Tunes
della
Warner
Bros.
Subito
dopo
Disney
e
Warner
Bros,
troviamo
Hanna
e
Barbera
alle
prese
con
i
loro
cartoon;
il
loro
primo
corto
fu
“Tom
&
Jerry”,
furono
i
primi
a
pensare
che
si
potesse
rinunciare
alla
“bella”
animazione.
Si
poteva
capovolgere
la
tecnica,
lo
stile,
tutto
ciò
che
Disney
aveva
inventato
e
che
tutti
avevano
copiato.
Diminuirono
drasticamente
il
numero
di
disegni
necessari
per
l’animazione,
invece
dei
20.000-?
30.000
disegni
riuscirono
ad
arrivare
a
3000.
Non
c’è
dubbio
che
Hanna
e
Barbera
furono
eccezionali
in
questa
impresa,
c’è
da
ricordare
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