Il manga e la pubblicità giapponese Settembre 2013 | Page 46
Lo
sviluppo
della
televisione
fu
senz’altro
un
fattore
determinante
per
l’avvento
degli
anime
moderni,
in
questo
caso
c’è
da
sottolineare
che
già
in
Giappone
da
molti
anni
c’era
il
fiorente
mercato
dei
manga,
che
naturalmente
creò
un’immediata
fonte
d’ispirazione
per
gli
animatori.
Da
questo
momento
in
poi
continuò
a
crescere
il
numero
di
case
produttrici,
creando
molte
opere
e
diversificando
i
generi,
arrivando
agli
anni
Settanta
dove
il
Giappone
ebbe
una
grande
crescita
economica,
diventando
uno
dei
paesi
più
hi-?tech
del
mondo.
All’inizio
degli
anni
Settanta
il
mondo
dell’animazione
era
in
gran
fermento,
cominciarono
a
nascere
le
prime
serie
animate
fantascientifiche,
gremite
di
robot
e
macchine
di
ogni
tipo
e
genere.
La
seconda
serie
prodotta
dalla
Tôei
Animation
nel
1972
fu
Mazinger
Z
(Mazinga
Z),
tratta
dal
manga
di
Kiyoshi
Nagai.
<<
In
effetti
fu
proprio
l’idea
di
evocare
la
simbiosi
tra
uomo
e
macchina,
mettendo
letteralmente
l’uomo
all’interno
del
corpo
meccanico,
che
tanta
eco
avrebbe
avuto
in
seguito>>
Cfr.
Storia
dell’animazione
giapponese,
Autori,
arte,
industria,
successo
dal
1917
a
oggi,
Guido
Tavassi,
Tunuè,
2012,
p.108
Dopo
i
mega
robot
nascono
anche
i
supereroi
e
le
avventure
nello
spazio,
come
ad
esempio
Astroboy,
Cyborg
009,
Kyashan
(“il
ragazzo
androide”)
e
la
corazzata
speciale
Yamato.
Subito
dopo
l’avvento
dei
robot,
vengono
create
moltissime
serie
in
collaborazioen
con
studi
occidentali
come:
Calimero
(crearono
47
episodi)
basato
sul
noto
personaggio
pubblicitario
creato
da
Carlo
Peroni
con
Nino
e
Toni
Pagot,
coprodotti
dalla
Tôei
e
dallo
studio
Pagot.
Da
questo
momento
la
maggior
parte
degli
anime
aveva
una
fortissima
influenza
europea;
creando
serie
che
si
svolgono
proprio
in
Europa
con
personaggi
occidentali
come:
Heidi,
Vikke
il
piccolo
vichingo,
le
avventure
dell’ape
Maya,
Anna
dai
capelli
rossi
e
Remì.
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Cfr.
Storia
dell’animazione
giapponese,
Autori,
arte,
industria,
successo
dal
1917
a
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