Il manga e la pubblicità giapponese Settembre 2013 | Page 17
può
produrre,
causando
delle
ferite
interiori
alla
popolazione
che
non
si
chiuderanno
mai.
9.
9.
“Astroboy”,
di
Osamu
Tezuka.
Il
compito
che
s’impone
alla
gioventù
nipponica
è
dunque
quello
di
acquisire
padronanza
della
tecnologia,
ma
anche
di
mettere
questo
progredire
a
favore
della
scienza
e
della
pace
affinchè
tutto
ciò
che
è
successo
a
Hiroshima
e
Nagasaki
non
si
possa
mai
più
ripetere.
<<
È
ancora
Tezuka
l’autore
che
ha
illustrato
meglio
di
chiunque
altro
tale
svolta
ideologica,
in
una
serie
che
costituisce
una
pietra
miliare
del
manga:
Astroboy,
apparsa
per
la
prima
volta
nel
1952
e
sulla
cresta
dell’onda
per
oltre
trent’anni,
è
divenuta
la
serie
più
popolare
dell’intera
storia
del
manga”>>
Cfr.
Jean-?Marie
Bouissou,
Il
manga,
storia
e
universi
del
fumetto
giapponese,
Tunuè,
2011,
p.43
A
partire
dagli
anni
Cinquanta
ci
fu
un
boom
delle
riviste
per
bambini,
contenenti
manga
e
varie
notizie
culturali.
Via
via
che
lo
spazio
dedicato
ai
manga
aumentava,
le
storie
cominciavano
ad
essere
sempre
più
lunghe
(la
lunghezza
passò
da
poche
pagine
a
una
ventina
o
anche
più).
Questo
permetteva
agli
autori
di
sviluppare
delle
storie
più
complesse
facendo
entrare
in
scena
molti
più
personaggi.
Queste
serie
vennero
nominate
“Story
manga”:
in
esse
gli
episodi
non
erano
distaccati
l’uno
da
l’altro,
ma
concatenati.
<<
La
lunghezza
e
la
complessità
delle
trame
che
ne
risultava
divennero
ben
presto
caratteristiche
del
manga,
il
che
in
futuro,
incidentalmente,
avrebbe
permesso
di
catturare
l’attenzione
dei
lettori
meglio
del
fumetto
europeo
o
americano,
mediante
l’approfondimento
degli
aspetti
psicologici
e
caratteriali
dei
personaggi
e
la
moltiplicazione
di
nuovi
sviluppi>>
Cfr.
Jean-?Marie
Bouissou,
Il
manga,
storia
e
universi
del
fumetto
giapponese,
Tunuè,
2011,
p.45
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