Il manga e la pubblicità giapponese Settembre 2013 | Page 13
In
quegli
anni
si
scopre
la
stampa
offset
e
la
litotipografia
che
permettono
all’illustrazione
di
diventare
un
vero
e
proprio
mezzo
di
comunicazione.
Queste
due
tipologie
di
stampa
vengono
fornite
dall’inglese
Charles
Wirgman
il
quale
lancia
in
Giappone
la
rivista
satirica
ad
illustrazioni
“Japan
Punch”.
A
partire
dall’anno
successivo
appare
il
“
Nihon
Boeki
Shinbun”,
primo
giornale
giapponese
a
far
uso
di
illustrazioni
all’occidentale
in
bianco
e
nero,
battezzate
“immagini
alla
Punch”
(ponchi-?e).
Negli
ultimi
anni
del
XIX
secolo,
un
nuovo
modello
di
mezzo
di
comunicazione
illustrato
appare
negli
Stati
Uniti
e
arriva
in
Giappone:
i
supplementi
domenicali
a
colori
dei
grandi
quotidiani
con
le
comic
strips
(strisce
a
fumetti)
che
utilizzano
le
vignette
in
sequenza
e
le
nuvolette.
<<
Il
grande
riformista
Yukichi
Fukuzawa
(1835-?1901)
vede
nei
cartoons,
cioè
nelle
vignette
umoristiche,
il
modo
migliore
per
raggiungere
le
masse
e
per
fare
in
modo
che
le
persone
siano
portate
a
riflettere.
Il
suo
giornale,
il
“Jiji
Shinpô”,
lancia
una
campagna
per
rimpiazzare
il
neologismo
ponchi-?e,
che
sa
troppo
d’Occidente,
con
il
termine
Manga.>>
Cfr.
Jean-?Marie
Bouissou,
Il
manga,
storia
e
universi
del
fumetto
giapponese,
Tunuè,
2011,
p.29
L’invenzione
del
vocabolo
viene
spesso
attribuita
al
maestro
Katsushika
Hokusai
datata
1814,
anche
se
molti
studiosi
dicono
che
si
tratti
di
un
errore.
Nonostante
tutto
è
riconosciuto
come
il
grande
precursore
dell’estetica
dei
manga.
I
cosiddetti
Hokusai
Manga
costituiscono
un’opera
davvero
originale
per
il
contesto
in
cui
si
affermò
il
pittore,
sono
una
grande
raccolta
di
schizzi
e
disegni
realizzati
dal
vero,
raccolti
in
quindici
volumi
pubblicati
tra
il
1814
e
il
1878.
4.
5.
4.
Katsushika
Hokusai
Manga,
movimenti
del
corpo.
5.
Katsushika
Hokusai
Manga,
combattimento.
Le
immagini
disegnate
da
Hokusai
raffigurano
soggetti
colti
in
atteggiamenti
spontanei,
molto
spesso
realizzati
in
maniera
caricaturale.
In
Hokusai
non
c’è
narrazione
e
i
suoi
manga
si
presentano
come
un
insieme
di
caratteri,
come
un
catalogo
di
figure
umane,
situazioni,
oggetti,
animali,
montagne,
senza
avere
un
ordine
preciso
di
composizione.
<<
la
capacità
di
conferire
“massima
espressività
con
il
minimo
dei
mezzi”
costituisce
ancora
oggi,
non
a
caso,
una
delle
caratteristiche
principali
dei
fumetti
giapponesi
>>
Cfr.
Marcello
Ghilardi,
Filosofia
nei
manga,
estetica
e
immaginario
nel
Giappone
contemporaneo,
Mimesis,
2010,
p.37
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