il Lettore di Fantasia selezione n. 2 | Page 12

nera fiaba d'autunno il Lettore di Fantasia liquidi. Era pallida ed insieme sudata per lo sforzo. Le labbra le tremavano ad ogni respiro. «Allora, com’era questa strega?» chiese a voce alta Lysbeth, stringendo con foga le coperte. «Ce la fai?» «Brutta. Cattivissima. Tremenda,» spiegò subito la La sorella annuì, nonostante si vedesse bene quanto fosse sfinita. A sei anni, non era abituata a camminare tanto e su terreni tanto impervi. Garth forzò un sorriso per provare a rincuorarla. madre, mostrando le unghie e mimando l'espressione d'una fiera pronta al balzo. «Peggiore perfino di G'hadara?» proseguì la figlioletta, per nulla impressionata. «Dai, che poi in discesa ti prendo in groppa...» Yvonne rise di gusto. Una promessa ardua da mantenere, che però sembrò «No, peggiore no. Altrimenti la storia sarebbe troppo rasserenarla. Il ragazzo inspirò a fatica. Era alto e robusto per la sua età, con muscoli allenati dal lavoro quotidiano alla fattoria: ma era stato un lungo giorno paurosa...» ammise, con una strizzatina d’occhi. La bimba apparve quasi delusa, ma si riprese in fretta. anche per lui e zaino e tascapane gli segavano le spalle. «Dai, dai, continua!» Aveva le gambe molli ed il fiato corto: tagliati un po’ «Allora... Mor’agh era davvero orrenda. Grassa, dalla fatica, il resto dal terrore di quel luogo. sporca e puzzolente. Girava mezza nuda, coperta di Garth si guardò attorno e faticò a trattenere un stracci e avvolta da uno sciame di cimici e mosconi. La brivido. Dentro di sé si maledisse. Solo un imbranato o pelle formava pieghe spesse, dove l’unto fermentava un deficiente avrebbe imboccato spensierato il Valico. E come il mosto nel tino, formando bolle e pustole lui si rese conto d’esser stato entrambi. schifose. Quando camminava, lasciava cadere liquami ad Il sentiero saliva a stretti tornanti, seguendo il fianco ogni passo. Una scia malefica, che sfamava vermi e scosceso della collina. A destra, il pendio s’alzava funghi velenosi. Mor’agh aveva occhi piccoli ed una brusco, un muro compatto che finiva con la sella appena vista pessima: ma l’udito era finissimo e nessuno entrava sotto la cima. A sinistra, il terreno scendeva a precipizio, nel suo bosco senza esser subito trovato. A quel punto, formando un piano quasi verticale fino alla valle per l’incauto non c’era più speranza: sarebbe stato preso, sottostante. Duecento, trecento passi, forse più. bollito e divorato. Perché lei era maestra di magia, regina Invisibile. Perché, da un lato all’altro, gli alberi coprivano di pozioni e comandava un demone terribile...» ogni cosa. Fusti maestosi, neri e scarlatti nel tramonto, le chiome alte, intrecciate a formare ombrelli scuri sopra il suolo. Radici scavavano profonde nella terra, formando buche ed anfratti dove s’accumulavano strati imperturbabili di foglie. Foglie. Ramoscelli. Guano. Strisce d'urina, cumuli di sterco. E teschi ben disposti di piccoli animali. Corvi, scoiattoli, topi, lepri, volpi e tassi. Penne nere li ornavano ed altre pendevano dai rami, insieme a lunghe trame d'ossicini ticchettanti. Qualcuno li aveva messi là a monito e Garth sapeva bene chi. Mor’agh. La crudele Megera del Valico di Andh. ~ pag. 12 di 16 Le labbra della bimba s’aprirono in una smorfia incredula. «Un demone? Un vero demone?»