il Lettore di Fantasia
i tre cavalieri che fermarono un esercito
«Per tutti gli Dei! Quale mai è il motivo di questo
comportamento vigliacco e traditore?»
pulito alla fine. Fortunatamente la bandiera imperiale,
Il vecchio scosse il capo. «Dicono che la valle sarà
attraversata da un esercito. I ricchi sono fuggiti, e tutti
gli altri sono rimasti qui, ad aspettare il proprio destino.»
Nemus sentì un brivido lungo la schiena. Il cavallo
dovette
accorgersene,
perché
sbuffò
innervosito.
riconoscibile anche se ridotta a brandelli, sventolava
ancora su quella che doveva essere Casa Aevell.
Davanti all'ingresso, stranamente intatto, Nemus
smontò. Legò il cavallo a uno degli alberi che facevano
ombra al perimetro della piazza e gli allentò il
sottopancia; poi prese una carota dalla tasca della sella e
«Ditemi del prefetto. Dov'è la sua casa?»
«Oh, oh,» tossicchiò il vecchio, e a Nemus parve
quasi una risata, «la sua casa è proprio sulla piazza
centrale, non potete sbagliare; se nessuno l'ha strappata
via, dovrebbe esserci ancora appesa davanti l'aquila
imperiale. Ma quanto al prefetto, non lo troverete là né
ora né mai; è morto.»
gliela porse. L'imponente destriero l'afferrò rapidamente
e iniziò a sgranocchiarla soddisfatto.
Nemus bussò alla porta del prefetto, senza sapere
bene cosa aspettarsi. Di certo, non ciò che vide quando
la porta si aprì.
Davanti a lui stava dritta e immobile una ragazza
Nemus sospirò. «Quanto tempo fa? E com'è
dallo sguardo felino. Aveva capelli rossi lunghi e ricci, e
il viso chiaro attraversato da una costellazione di
successo?»
«Ma... saranno circa tre settimane. Un giorno è
partito per andare a negoziare con gli invasori, e non è
mai più tornato.»
lentiggini. Indossava una lunga tunica verde stretta in
vita da una semplice cintura di cuoio. «Salve,» disse con
la voce degli uccelli del bosco e del vento fra i rami, «io
sono Aryn Aevell.»
«Tre settimane? Impossibile! Ho avuto una sua
lettera urgente solo tre giorni fa.»
stesso che non sapeva cosa rispondere e che considerava
conclusa la conversazione. Senza aggiungere altro tornò
al suo piccolo mondo recintato di ghirlande di fumo.
Nemus si avviò verso il centro della città, sempre più
attorno
«Uh... salve,» abbozzò Nemus, «io cercavo a dir la
verità vostro... padre?»
Il vecchio alzò le spalle, lasciando intendere al tempo
confuso. Guardandosi
per giorni un gigantesco baccanale e poi nessuno avesse
mentre
procedeva
«Zio. Voi cercavate mio zio, Ian Aevell.»
«Precisamente.»
«Entrate, vi prego,» disse Aryn facendosi da parte e
sottolineando l'affermazione con un ampio gesto della
mano, «stavo per mettere sul fuoco l'acqua per il caffè.»
trovava ovunque i segni della violenza e della
E così Nemus si trovò seduto nel salotto di Casa
devastazione. Facciate segnate dalla fuliggine sopra le
Aevell, una piccola stanza tutta librerie e trofei di caccia
finestre, suppellettili rotte in strada, porte divelte. La
alle pareti, seduto su un divano scomodo ad aspettare un
piazza era in condizioni penose, come se avesse ospitato
caffè – che non aveva richiesto ma che gli era stato
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