Il Giornale Democratico Nov/Dic 2018 Il Giornale Democratico NovDic 2018 | Page 9
Dicembre 2018
Il Giornale Democratico
dei Lincei), Fabiola Gianotti (fisica
e direttrice
del
Cern
di
Ginevra), Lucia Votano (fisica, ex
direttrice dei Laboratori Nazionali
del Gran Sasso) e Aldo Sandulli
(preside della
facoltà
di
Giurisprudenza dell’università
Suor Orsola Benincasa di Napoli)
perché in contrasto con la scelta
del Ministero di modificare i criteri
per la nomina della nuova guida
dell'ASI, che avrebbe aperto a una
personalità di profilo manageriale
dell'aerospazio piuttosto che a uno
scienziato.
Quando in un Paese il Governo
riserva pochissimi finanziamenti
all’istruzione, taglia fondi e
s’intromette nella dirigenza di enti
di ricerca, sminuendo il valore del
curriculum
vitae
e
della
meritocrazia, al fine di assegnare
poltrone a persone “amiche” o
accaparrarsi consensi con riforme
tipo il reddito di cittadinanza, allora
vuol dire davvero che mala
tempora currunt.
Bisognerebbe invece capire che
investire
nella
ricerca
significherebbe avere un Paese
all'avanguardia e competitivo sui
mercati
internazionali,
significherebbe riportare in Italia i
famosi "cervelli in fuga" ed attrarre
studenti e lavoratori da tutto il
mondo, il che avrebbe un
grandissimo impatto positivo
sull'economia. Investire nella
ricerca significherebbe investire
nella cultura, che è sempre una
cosa giusta, soprattutto ai giorni
d'oggi,
con
il
dilagarsi
dell'ignoranza e del populismo.
Violenza nelle scuole
L’importante ruolo dell’educazione civica
“Chi apre le porte di una scuola
chiude una prigione” scriveva il
poliedrico scrittore francese Victor
Hugo. Da allora ne è passato di
tempo: all’epoca di Hugo ricevere
un’educazione,
acculturarsi,
imparare a leggere e scrivere era
un privilegio anelato da tutti ma
riservato a pochi. Ogni giovane
sognava l’istruzione per conoscere
il mondo che lo circondava.
Oggi, la scuola rappresenta per
molti un macigno, nelle aule
padroneggiano l’indifferenza e il
disinteresse che, alle volte,
sfociano in manifestazioni di
violenza, fisica e verbale.
In un Paese come il nostro, in cui si
guarda ai problemi soltanto dopo
un tragico avvenimento, potrebbe
sembrare inusuale parlare di
violenza nelle scuole, ma è proprio
quello che intendo fare.
Abbiamo ormai perso il conto degli
episodi di violenza perpetrati nelle
scuole. I fatti di Lucca, Velletri,
Alessandria risalenti a qualche
mese fa, sono finiti nel
dimenticatoio, ne sono accaduti
altri, ormai non rappresentano più
un campanello d’allarme bensì un
sistematico problema che alberga
nella maggior parte delle scuole.
Campagne di sensibilizzazione,
sportelli d’ascolto e psicologi
tentano di portare alla luce tali
avvenimenti, spesso celati da un
velo di paura e omertà. Ma c’è
bisogno di fare di più. E’
inaccettabile che un professore
venga minacciato e ripreso dinanzi
alle prevaricazioni dei propri
studenti, per non parlare dei
fenomeni di bullismo.
In che mondo viviamo? Un tempo i
professori
erano
punti
di
riferimento, esempi di vita. Un
tempo, il rispetto verso il prossimo
era il principio fondante di una
società civile.
L’insorgere di questi fenomeni va
individuato, tra le tante cause, nella
mancanza di educazione al rispetto
e alla cittadinanza.
E’ per questo che credo e crederò
sempre nelle potenzialità di una
materia quale l’Educazione Civica,
un importante mezzo per veicolare
informazione ed educazione.
Da quest’anno, grazie all’impegno
dell’ex ministra Valeria Fedeli,
l’educazione civica è ritornata nelle
Alburni
di Antonio Iuliano
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