Il Giornale dell'Installatore Elettrico, Giugno 2024 | Page 52

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FOCUS
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Le domande dei professionisti

Utilizzo DIFFERENZIALI da 300 mA

Per uso civile è permesso usare dei differenziali da 300 mA ? Eventualmente in quali altri casi si può usare ?
La protezione contro i contatti indiretti per interruzione dell ’ alimentazione è prescritta dall ’ art . 413.1.4 della Norma CEI 64-8 / 4 che indica il soddisfacimento della seguente condizione :
R E x I dn
≤ U L dove : RE = resistenza del dispersore in ohm ovvero resistenza dell ’ anello di guasto Idn = corrente nominale del differenziale in ampere UL = tensione di contatto convenzionale sulle masse pari a 50 V Pertanto , salvo nei casi prescritti dalla norma per l ’ installazione dell ’ interruttore differenziale con Idn = 0,03 A si può regolare secondo le prescrizioni di cui all ’ art . 413.1.4 . Nell ’ ambito di installazione civile l ’ attuale edizione della Norma CEI 64-8 impone l ’ installazione del dispositivo differenziale con Idn = 0,03 A nei seguenti casi : – Art . 412.5.3 – Locali ad uso abitativo o circuiti destinati ad alimentare apparecchi utilizzatori mobili usati all ’ esterno ; – Art . 521.1 ( commento ) Cavi piatti per posa fissa sotto tappeto ; – Sez . 701 Locali contenenti bagni o docce ; – Sez . 703 Saune ; – Sez . 712 Ricarica auto elettrica ; Art . 753 Sistemi di riscaldamento a soffitto o a pavimento . Nella nuova edizione della CEI 64-8 in inchiesta pubblica e di prossima pubblicazione viene prescritto l ’ utilizzo di interruttori differenziali con corrente differenziale non superiore a 30 mA per i seguenti casi : – le prese in corrente alternata con una corrente nominale non superiore a 32 A , che possono essere utilizzate da persone ordinarie e che sono previste per uso generale , – i circuiti che alimentano le prese a spina con una corrente nominale non superiore a 32 A , in corrente alternata , destinate ad alimentare apparecchi utilizzatori mobili all ’ esterno , – nelle unità abitative per i circuiti in corrente alternata , che alimentano gli apparecchi di illuminazione fissi .

LPS condominiale : a chi compete ?

Condominio di 20 piani , un ’ azienda ne occupa una decina . A chi spetta il discorso impianti di protezione contro le scariche atmosferiche ( valutazione rischio fulminazione , eventuale progetto , denuncia e verifiche dpr 462 )? Vista l ’ altezza sicuramente serve l ’ LPS .
Ogni datore di lavoro deve provvedere alla sua valutazione del rischio . Se saranno necessari provvedimenti allora dovranno essere discussi in sede “ condominiale ” ( responsabilità , ripartizione costi , ecc .). Una volta realizzato l ’ impianto , ogni datore di lavoro al quale l ’ LPS “ serve ” per il contenimento del rischio R1 , dovrà provvedere a denunciare l ’ impianto e a sottoporlo a verifica periodica secondo quanto disposto dal DPR 462 / 01 ( artt . 2 e 4 ). Capo II – Impianti elettrici di messa a terra e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche Art . 2 . Messa in esercizio e omologazione dell ’ impianto 1 . La messa in esercizio degli impianti elettrici di messa a terra e dei dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche non può essere effettuata prima della verifica eseguita dall ’ installatore che rilascia la dichiarazione di conformità ai sensi della normativa vigente . La dichiarazione di conformità equivale a tutti gli effetti ad omologazione dell ’ impianto . 2 . Entro trenta giorni dalla messa in esercizio dell ’ impianto , il datore di lavoro invia la dichiarazione di conformità all ’ ISPESL ed all ’ ASL o all ’ ARPA territorialmente competenti . 3 . Nei comuni singoli o associati ove è stato attivato lo sportello unico per le attività produttive la dichiarazione di cui al comma 2 è presentata allo stesso . Art . 4 . Verifiche periodiche – Soggetti abilitati 1 . Il datore di lavoro è tenuto ad effettuare regolari manutenzioni dell ’ impianto , nonché a far sottoporre lo stesso a verifica periodica ogni cinque anni , ad esclusione di quelli installati in cantieri , in locali adibiti ad uso medico e negli ambienti a maggior rischio in caso di incendio per i quali la periodicità è biennale . 2 . Per l ’ effettuazione della verifica , il datore di lavoro si rivolge all ’ ASL o all ’ ARPA o ad eventuali organismi individuati dal Ministero delle attività produttive , sulla base di criteri stabiliti dalla normativa tecnica europea UNI CEI . 3 . Il soggetto che ha eseguito la verifica periodica rilascia il relativo verbale al datore di lavoro che deve conservarlo ed esibirlo a richiesta degli organi di vigilanza . 4 . Le verifiche sono onerose e le spese per la loro effettuazione sono a carico del datore di lavoro . www . nt24 . it