Il foglio dell'Umanitaria n.3 ottobre 2015 - gennaio 2016 | Page 8
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FOGLIO dell’Umanitaria
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N
el campo musicale l’Umanitaria si pone certamente tra
le realtà più considerevoli del panorama nazionale con una storia iniziata oltre un secolo fa all’insegna del
Teatro del Popolo. Per la prima parte
della sua attività artistica (19111967), il nostro Ente ha avuto una
funzione prettamente sociale nei
confronti del pubblico: l’educazione
del cittadino era al primo posto nel
disegno culturale dell’Umanitaria e
ciò avveniva dando al popolo milanese la possibilità di ascoltare i grandi nomi del concertismo internazionale che si avvicendavano sul suo
palcoscenico e, dopo la Liberazione,
su quello di prestigiose sale milanesi
gemellate.
Con la ripresa dell’attività avvenuta
nel 1985 si è mantenuta la funzione
sociale verso il pubblico e si è
aggiunta, considerate anche le mutate circostanze storiche, una finalità
di scoperta e supporto ai giovani
talenti musicali italiani e stranieri.
FOGLIO
digitale
Su queste premesse, le stagioni concertistiche da quel momento hanno
come caratteristica quella di presentare solo giovani artisti i cui
programmi sono accomunati da un
tema che li unisce. In questo modo lo
spettatore viene condotto per mano
in un cammino nella storia della
musica che viene approfondito da
introduzioni ai concerti, con lo scopo
di illustrare aspetti musicali delle
pagine che saranno poi eseguite.
Questa quindi la formula che caratterizza i Concerti dell’Umanitaria che,
giunti alla XXXI edizione, propongono un percorso alla scoperta di un
aspetto interessante dell’esecuzione
musicale: il virtuosismo. Per aspera ad astra, questo il titolo, si propone di sviscerare tutte le pieghe riferite alle abilità esecutive dei musicisti
e non solo le più appariscenti come
quelle prettamente digitali o meccaniche. Si porranno in luce anche altri
aspetti come le capacità espressive, le
abilità nel creare sfumature e gamme
sonore le più ampie possibili o tutti
quegli attributi che rendono impervia
l’esecuzione musicale e che non sempre vengono colti dall’ascoltatore.
Come nostra tradizione, la proposta
dei repertori e degli strumenti è assai
varia perché si vuole superare ogni
limite preconcetto ed offrire una
gamma di proposte la più ampia
possibile: dalla musica antica a quella contemporanea, da autori noti ad
altri meno, da organici usuali ad altri
raramente ascoltati. Ecco quindi
Bach e Beethoven accostati a Gubaidulina e Schnittke, Brahms e Ravel
accanto a Denisov e Skoryk, il pianoforte solo, a fianco del duo di percussioni.
Come sempre artisti giovani di altissimo valore che spesso si presentano
a Milano per la prima volta. A loro
auguriamo che il palco del Salone
degli Affreschi possa essere di buonissimo auspicio come è successo a
tanti che li hanno preceduti. Anna
Tifu, il Trio di Parma, Alberto Nosé,
Federico Colli e Letizia Belmondo
hanno infatti iniziato le loro brillanti
carriere internazionali con l’affermazione al Concorso dell’Umanitaria e
da allora ne portano il nome in tutto
il mondo.
Per aspera ad astra quindi come
titolo della nuova Stagione, ma
anche come possibile motto per l’Umanitaria, simbolo del lavoro incessante e capillare che il nostro Ente fa
per i giovani musicisti di