Il foglio dell'Umanitaria Anno XXIII n. 2 giugno-settembre 2017 | 页面 2
il
FOGLIO dell’Umanitaria
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A ruota libera
Non posso considerar-
mi un fedele abbonato
Rai, non perché preferi-
sca la pay-tv, ma perché sono spesso fuori
casa per i tanti impegni istituzionali a cui
mi costringe la mia carica. Ma l’altra sera,
richiamato da mia moglie Nuccia, mi sono
soffermato sulle ultime sequenze dello
sceneggiato Rai “Di padre in figlia”, storia
di una famiglia di imprenditori nel Veneto
degli anni ‘50-‘70.
Non sono un nostalgico, però guardando
quelle immagini mi sembrava di vedere
scorrere alcune delle fotografie che sono
conservate nel nostro archivio, e che
abbiamo scelto per la mostra che raccon-
ta la storia di questa nostra Istituzione (il
sottotitolo scelto per la tappa – appena
conclusa – di Bollate, e per quelle che
seguiranno nei prossimi mesi, è “Forma-
zione, lavoro ed emancipazione in Italia
nella storia della Società Umanitaria”).
“Come eravamo” si legge nel titolo della
nostra mostra. Come eravamo... La sensa-
zione è quella di un deja vu: le immagini
della televisione e quelle che abbiamo
esposto si sovrappongono, si intrecciano,
si avviluppano, come in un montaggio ex
novo che parla di noi, dei nostri nonni,
della nostra terra, delle nostre lotte, delle
nostre amarezze, dei nostri sensi di colpa:
le rughe che si scorgono sul volto e le
mani e le sofferenze di una legislazione
sociale arretrata, gli studenti a scuola di
vita e l’analfabetismo radicato in una certa
Italia, la gioia del riscatto e le ferite di un
Paese diviso a metà,la fame di cultura e l’i-
gnoranza profonda, le speranze degli emi-
granti che naufragano davanti alla specu-
lazione e allo sfruttamento.
Toscanini in un marmo
di Adolfo Wildt
15 luglio
1922.
Toscanini
al Teatro
del Popolo
di Piero Amos Nannini
Se ci avessi pensato prima avrei dovuto
schiacciare il tasto Rec, per rivedere quel-
la sequenza e, soprattutto, farla vedere ai
miei nipoti, che spesso danno tutto per
scontato e non si rendono conto di quan-
ta strada, quanta polvere, quanto sangue e
quante lacrime sono state versate nei
decenni per arrivare a questa nostra
Repubblica. Che magari, come diceva
Calamandrei a proposito della Costituzio-
ne, “è in parte una realtà, in parte è ancora
un programma, un ideale , un lavoro da com-
piere” perché una democrazia in cui “non
ci sia una uguaglianza di fatto, una ugua-
glianza di diritto, è una democrazia pura-
mente formale”.
Da allora, era il 1955, devo dire che le
considerazioni esposte da Calamandrei
sono acqua passata (anche se i dati Istat
parlano di sperequazioni ancora molto
evidenti). Del resto, accanto a quelle
immagini forti, quasi drammatiche, gli sce-
neggiatori hanno aggiunto anche foto-
grammi dell’altra metà del cielo, le tante
donne che, dopo essersi addossate il peso
della famiglia,tralasciando le proprie ambi-
zioni, hanno deciso di spezzare le catene
di una vita di scompensi e rivendicare i
diritti fondamentali, riuscendo a imprime-
re una svolta allo statu quo, lottando, par-
tecipando, guidando quel percorso di
rinascita civile, di emancipazione e di
riscatto sociale che ha di fatto cambiato
l’Italia.
Guardandomi alle spalle, vedo un tortuo-
so cammino segnato da aspri conflitti. Ma
nonostante le molte deviazioni e le incer-
te tappe dei giorni passati,scorgo un lento
quanto inesorabile processo di affer-
mazione della libertà e della
democrazia, di cui anche l’Umanitaria
è stata, ed è, tutt’oggi fautrice: con la
forza degli ideali, la concretezza dei
progetti, la volontà di cambiamento.
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INDICE
Ambasciatori Diritti Umani
Le premiazioni dei vincitori
e il soggiorno premio
4
Inserto
Le anticipazioni
sulle prossime iniziative
5
Cinema sotto le stelle
Dal 16 giugno a metà settembre
torna AntespazioCinema
9
Notizie Flash
Cronache degli ultimi mesi
e attività in corso
10
ACCADEVA IERI
Per commemorare il 150° anniversario della nascita di Artu-
ro Toscanini, riproduciamo parte della critica che Giulio Mario
Ciampelli scrisse per uno dei 14 concerti che il principe dei con-
certatori tenne per il Teatro del Popolo dell’Umanitaria.
“Chi si trovava sul palco vicino al maestro, lo vide presentarsi
alla folla: e la folla, anziché addensarsi alle porte per uscire,
rifluire invece verso il palco acclamando, in delirio. La marea
montava verso il palco, a onde possenti, con grida di gioia. E
davanti a questa folla primitiva, impulsiva, sincera, Toscanini
rideva e agitava le braccia in un gorgo di letizia inconsueto,
come se sentisse di trovarsi davanti ad un pubblico
più suo, più affine al suo sentimento” .