Baghdad Messi - Belgio/Emirati Arabi Uniti 2013 - Fiction - 16' 30"
di Sahim Omar Kalifa
Baghdah
Messi,
il
nuovo
film
rivelazione
del
curdo-iracheno Sahim Omar Kalifa, belga d’adozione, che
ha partecipato all’International Film Festival di Leuven ed
al Dubai International Film Festival, nel dicembre 2012.
Pluripremiato, il corto ha ricevuto il Grand Prize for Best
Short Film all’11° edizione del Brescello International Film
Festival, nel Giugno 2013 oltre al Premio della Giuria
come 2° migliore film al Festival du Court Métrage
Maghribo Asiatique a Tissa, in Marocco, nel maggio 2013.
La storia è ambientata in Iraq, nel 2009, e ruota intorno al
piccolo Hamoudi, appassionato di calcio nonostante abbia
subito un’amputazione alla gamba. La perdita dell’arto,
facilmente addebitabile ad una mina o ad una mina
giocattolo, come purtroppo spesso accade in queste aree
del mondo, non gli impedisce di amare questo sport e di ricoprire il ruolo di portiere entusiasta, in
una squadra organizzata con gli amici del polveroso e caldo villaggio. In questi giorni di giochi, che
a volte sanno essere pure spensierati, si attende con trepidazione la finale di Champions League
fra Barcellona e Manchester United, dove si affronteranno Messi e Ronaldo. Poco prima del giorno
tanto atteso della finale, tuttavia, il televisore di Hahmoudi si rompe. Un televisore che, oltre ad
essere lo sguardo sul mondo e lo spiraglio d’aria fresca costituito dal calcio, è, allo stesso tempo,
uno dei pochi mezzi che il ragazzino ha per farsi accettare dagli amici, che non esitano a mandarlo
via dalla squadra, quando, a causa della sua menomazione, perdono una partita. L’unica soluzione
è quella di andare a Baghdad a farlo riparare, ma il padre tentenna, la città è ancora troppo
pericolosa. Apparecchio in spalla, alla fine padre e figlio si avventurano verso la capitale, a piedi,
con affetto e paura il padre si gira a guardare ed ammirare il suo villaggio prima di partire, sa, forse
sente, che non tornerà. Con lo sguardo accarezza i tetti, le case, le pietre, le rocce, le caprette, il
viso della moglie. L’amore immenso e i sacrifici di un padre sono anche questo. Hahmoudi tornerà
solo, indossando la sua maglietta n.10 di Messi, con il suo televisore aggiustato. Dopo il match
finale, dove Lionel Messi segnerà, con la leggerezza dei suoi 10 anni improvvisamente divenuti
pesanti 50, dovrà recarsi con sua madre a recuperare il corpo di papà, in mezzo ad una guerra che
colpisce pesantemente, senza scampo, indistintamente, bambini ed adulti. Film toccante e
bellissimo. (SS)
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