perché chiaramente fatica a far fronte a questa evoluzione che – per quanto lenta – sta avvenendo ed è innegabile. Oggi il mercato della refrigerazione dedicata al food service si sta suddividendo: le piccolissime realtà vanno verso banchi e armadi a propano, chi ha un piccolo impianto( minimarket, piccoli supermarket locali) guarda ai refrigeranti lievemente infiammabili e le grandi superfici scelgono la CO2”.
Quindi l’ anidride carbonica non“ occuperà” tutto il mondo della refrigerazione commerciale?“ No, non lo occuperà, perché non c’ è sufficiente preparazione per affrontarla e manca anche la disponibilità mentale, tecnica e imprenditoriale ad affrontare un gas così impegnativo sotto il profilo della gestione. È frequente nel confronto fra colleghi verificare che molti non sono disponibili a farsi carico delle problematiche appunto tecniche e tecnologiche dell’ anidride carbonica, a cominciare dal timore di gestire una pressione in circuito tripla rispetto a quella dei gas finora utilizzati. E non solo, c’ è la necessità di qualificarsi per le saldature, di apprendere e utilizzare modalità di costruzione dei circuiti più sofisticate, far fronte a condizioni climatiche in cui la temperatura critica dell’ anidride carbonica è un ostacolo a lavorare in modo efficiente”.
le strade a installare in maniera“ sana” gli A2L, con una classe di controllo corretta e con un approccio concreto sulle categorie di rischio”.
Una tecnologia per la taglia media, insomma“ Il mercato va già in questa direzione, ci auguriamo che esistano norme tecniche che ci permettano di lavorare adeguatamente e di tutelare in maniera ben congegnata sia l’ investimento del cliente sia la nostra professionalità”.
Quindi fra i timori del tecnico e le priorità di prezzo del cliente il mercato si segmenta?“ Come ho detto, e lo ribadisco, avremo una differenziazione che comporterà anche una differenziazione tecnica, alla quale dovrà far fronte un adeguato supporto di formazione: l’ utilizzo di gas altamente o lievemente infiammabili, idrocarburi e HFO, o di gas ad alta pressione richiede che il tecnico sia adeguatamente preparato per assicurare prestazione, efficienza e sicurezza, altrimenti ci troveremo sì a mettere in campo nuove macchine, ma non potremo supportare adeguatamente il cliente”.
Si tratta di una formazione a cura dei produttori?“ La stanno già facendo e questo è un fatto positivo, ma è ancora una volta insufficiente rispetto ai volumi che si vanno a prospettare: se sostituiremo tutti i banchi e gli armadi plug-in in circolazione con attrezzature a propano, per quanto sia bassa la carica, ci deve essere una forte consapevolezza sulla questione della sicurezza, perché il gas non è inerte, è esplosivo. Altrettanto sull’ anidride carbonica: là dove sarà considerato utile ed economico installarla da parte del cliente ci dovranno essere competenze adeguate a lavorare in modo conforme alla normativa( a cominciare dal DL 81 / 2008) e a generare efficienza sostanziale e va poi diffusa una competenza in materia elettronica, perché un impianto a CO2 ha nell’ elettronica il suo elemento chiave di governo”.
E questo potrà creare uno spazio utile per lo sviluppo degli A2L?“ Nel momento in cui ci fosse una legislazione applicativa chiara su questa tipologia di gas, sono certo che non ci saranno più problemi: una volta che verranno aperte