scontri a fuoco in prima persona. Mi piace farla questa cosa, mi sento libero, mi sento molto forte, entro in un
altro mondo, mi metto le cuffie e le attacco al pad (?) e da quel momento tutto quello che mi circonda non
esiste più. È lo sparatutto che mi rende forte e il mio gioco preferito che mi rende felice. Mi immagino io e i
miei compagni dentro la mappa, siamo 5 vs 5, siamo nella fase di attacco, io inizio a “dronare” per trarre la
bomba da disinnescare, dopo 40 secondi mettiamo via il drone e iniziamo a prendere le armi e a cercare di
entrare in casa, io arrivo davanti alla porta barricata, il mio compagno di squadra “drona” ancora una volta
appena finito butta una “flash bang” per corpirmi, io sono pronto ad entrare, mi reco subito sulle scale. Il
nemico è dall’altra parte. Ash e dall’altra parte. Sledge e sotto, mi copre finché a un certo punto mi arriva un
proiettile e mi colpisce, rimango ferito, riescono a rianimarmi. Riusciamo a uccidere i 4 difensori. Riusciamo a
entrare in bomba per disinnescarle e ci riusciamo. Il quinto difensore riusciamo a ucciderlo. Il round è finito.
Io sono felice quando, entrando a casa dopo una giornata di scuola, salendo le scale ed entrando nella mia
camera appoggio lo zaino di fianco alla scrivania, attacco la presa di corrente dietro lo schermo, apro il cassetto
ed estraggo un joistick, lo impugno saldamente fra le mani e, dopo aver acceso la Play e avviato il gioco mi
ritrovo con la mente a New York, sull’isola di Manhattan dove dei bastardi aspettano che io li faccia fuori
trattandoli peggio di quanto loro hanno trattato tutte le persone morte dentro quel rifugio, usati come cavie e
torturate anche dopo la morte. Non c’è felicità più grande di eliminare tutte le persone che usano il potere per
uccidere al solo scopo di governare. Ovviamente parlo del gioco.
Io sono felice quando riesco a ottenere le cose in modo onesto, quando posso finalmente affermare che quello
che mi sono costruito lo fatto con le mie forze e senza agevolazioni che non portano 99 su 100 a una brutta
fine. Secondo me la felicità ormai e data da cose materiali, il sentimento non conta più, conta l’oggetto, io
apprezzo quando mia nonna mi da solo 2 euro. In quei casi sono veramente felice quando apprezzano i miei
sforzi.
Io sono felice perché quello che faccio tutti i giorni è bellissimo. A cominciare dalla mattina quando mi sveglia
mia mamma alle 6.30 del mattino. Poi quando salgo sul pullman che vedo i miei amici e la mia ragazza, quando
entro in classe e vedo i miei compagni di classe, con loro mi diverto davvero tanto soprattutto quando
facciamo le cazzate insieme o quando prendiamo in giro i professori. Sono felice quando torno a casa, mi
preparo da mangiare e esco in moto per il mio paese. Sono felice quando i bambini e gli adulti mi salutano
mentre impenno e quando mi fermo e mi fanno i complimenti; oppure quando i miei amici mi chiedono se
posso sistemargli le loro moto. Sono felice perché i miei mi hanno comprato la macchina e due moto e perché
mi lasciano fare molte cose. Sarò felice quando mi arriverà l’altra moto che adesso è a verniciare o quando
vado ai raduni e impenno o faccio i “circle” (?). sono felice quando mi riconoscono nei raduni e mi chiedono
come faccio. Mi rende felice ogni cosa di positivo che succede durante la giornata, anche se piccola.
Io sono felice quando suono la batteria dopo la scuola. Quando ero alle medie avevo fatto un corso per tre
anni ma quando ho iniziato l’istituto ho smesso, tuttavia quest’anno sono entrato nella band della scuola,