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Ancora una strage del sabato sera -Joshua Bossi 2^A Moda Ancora una strage del sabato sera Sabato ho sentito, per la prima volta, della strage di Corinaldo. La sera, con i miei genitori, seguendo il telegiornale, ho capito la gravità di quello che era successo: uno o più ragazzi avevano spruzzato dello spray al peperoncino nella discoteca in cui si teneva un concerto di Sfera Ebbasta, dove erano presenti per lo più adolescenti. Nel panico di tutti, la folla si era accalcata verso l’uscita del locale sulla rampa di accesso, sopra ad un fossato profondo poco più di un metro. Sotto la pressione della gente che cercava di uscire, la balaustra della rampa ha ceduto, facendo cadere alcuni ragazzi e causando la morte di sei persone e il ferimento di una decina di partecipanti. Al momento non si riesce a capire cosa possa aver spinto questo o questi ragazzi a spruzzare lo spray: forse per generare caos e derubare i presenti o forse si è trattato solo di una bravata. In ogni caso, ritengo siano state sottovalutate o addirittura ignorate le conseguenze di tale gesto. Inoltre credo e spero che la responsabilità ricada anche sugli organizzatori del concerto, perché hanno venduto più biglietti rispetto alla capienza del locale per guadagnare qualcosa in più, ma così facendo hanno messo in serio pericolo l’incolumità di tutti i presenti. Ho sentito anche che una delle vittime era una mamma che aveva accompagnato sua figlia minorenne, ma, pur avendo fatto quello che ha ritenuto giusto fare, è stata criticata da chi non riesce a capire il senso di volerla accompagnare. Probabilmente se il ragazzo dello spray fosse stato accompagnato da un genitore si sarebbe evitata questa tragedia. Dopo questa notizia mi sono domandato cosa avrei fatto io in quella situazione. Sono molto sicuro che sarei riuscito a fare poco, però, senza vantarmi, sono convinto che avrei fatto di tutto per riuscire a salvare me e gli altri, come hanno fatto alcuni ragazzi con i loro amici e anche con persone che non conoscevano. In questo modo i ragazzi “soccorritori” saranno per sempre i loro “eroi”.