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CAPITOLO 1 . ROUTE40
L ’ ultima edizione di Cersaie ha ospitato un coinvolgente percorso narrante che ha raccontato 40 anni di evoluzione , di design e di tecnologia dei prodotti . Le installazioni della mostra Route40 hanno permesso al visitatore di ripercorrere i momenti salienti di 40 anni della manifestazione e osservare i grandi cambiamenti avvenuti in ambito progettuale , produttivo , culturale e sociale . Il percorso è stato organizzato in quattro stazioni , ognuna riferita a un decennio di storia della fiera , dove è stato possibile rivedere i momenti più significativi di quella specifica decade . La musica , contemporanea a ogni decennio , ha aiutato gli osservatori ad immergersi in quel particolare momento storico . Il percorso della mostra per i 40 anni di Cersaie , curata dal designer Davide Vercelli e progettata dall ’ architetto Dario Curatolo , ha avuto inizio nello spazio del Centro Servizi trasformato per l ’ occasione in quadriportico , sulle cui pareti sono stati installati dei video wall che hanno ricordato le tappe più rilevanti della storia della manifestazione . I quattro monoliti che racchiudono lo spazio del quadriportico definiscono una sorta di piazza che rappresenta le “ fondamenta ” della mostra da cui partono , come raggi puntati verso nuovi traguardi , gli itinerari espositivi . I video hanno mostrato , senza cedimenti nostalgici , il ruolo precursore di Cersaie , presentando prodotti e progetti che hanno influenzato il mercato e la progettazione , ma anche l ’ evoluzione della comunicazione dei prodotti .
CURIOSITÀ
Davide Vercelli racconta che dalle ricerche sul primo decennio di Cersaie 1983 - 1992 è venuta fuori una particolare curiosità : “ in quegli anni le aziende , per la decorazione delle piastrelle , si affidavano agli stilisti e non ai designer . Missoni , Valentino , Krizia , Ferrè , Versace , Trussardi , ecc . hanno contribuito in maniera importante ai successi e all ’ evoluzione stilistica dei prodotti delle aziende . La ragione sta nel fatto che , in quegli anni , la figura del designer non era ancora correttamente inquadrata e anche perché era opinione comune ritenere che i grandi stilisti , avendo già dimestichezza con i tessuti , fossero ugualmente capaci di immaginare dei decori bidimensionali per pavimenti e rivestimenti .”