Il Bagno Oggi e Domani Novembre/Dicembre 2024 | Page 51

PASSARE DAI CLAIM AI NUMERI ( SOTTINTESO : DATI DEI RATING DI SOSTENIBILITÀ )
GIUSEPPE PIAZZA Founder & CEO di Oriens Consulting

PASSARE DAI CLAIM AI NUMERI ( SOTTINTESO : DATI DEI RATING DI SOSTENIBILITÀ )

FOCUS
› SOSTENIBILITÀ COME MODELLO DI BUSINESS . ANCHE PER LE AZIENDE DI DISTRIBUZIONE ?
› LA SOSTENIBILITÀ SPINGERÀ VERSO L ’ INTEGRAZIONE DI FILIERA ?
› QUANTO È LONTANO LO SHOWROOM SOSTENIBILE ?
› GIOVANI ECOLOGISTI CRESCONO . NUOVE RISPOSTE A NUOVE RICHIESTE ?
Dalla ricerca ‘ Analisi dei trend del modello di business e le strategie di distribuzione nel settore arredobagno ’ realizzata da Oriens Consulting per Assobagno poco più di un anno fa , il tema della sostenibilità non è emerso all ’ interno del modello di business dei distributori , né come argomento di supporto alle strategie , né come sfida-opportunità per il settore . È ancora così ? A distanza di breve tempo notiamo dei cambiamenti in atto , che toccano un po ’ tutti gli attori del mondo dell ’ arredobagno . “ Oggi – afferma Piazza - questo tema è sempre più impellente . Fino a un po ’ di tempo fa molte aziende di produzione e di distribuzione si sono limitate a comunicare più la sostenibilità dei prodotti offerti che una propria identità aziendale sostenibile , mentre le leggi e le azioni dei paesi europei sono sempre più orientate a far convergere la sostenibilità all ’ interno della rendicontazione ambientale , sociale e di governance – gli ESG - quindi tutte le aziende si troveranno ad affrontare la sostenibilità come modello di business .” È interessante che questa convergenza , sottolinea Giuseppe Piazza “ Condurrà all ’ integrazione di filiera perché non solo i grandi produttori e i grandi distributori dovranno esibire il reporting ESG entro il 2029 , ma anche le PMI se sono aziende quotate . Poi , per essere competitive , anche le imprese di produzione e distribuzione più piccole si troveranno comunque obbligate a presentare alcune rendicontazioni per conformarsi alla politica di gestione della sostenibilità ESG delle aziende di maggiori dimensioni . Si tratta di un effetto a cascata .” In effetti è così , basti pensare a quante PMI operanti nel settore arredobagno già redigono , a livello volontario , il Bilancio di Sostenibilità . Sono imprese di produzione che hanno deciso di intraprendere già da tempo un percorso virtuoso e trasparente per competere sui mercati , soprattutto stranieri . E hanno fatto bene . Piazza , infatti ricorda i benefici che derivano dall ’ avere un buon rating di sostenibilità : facilitazioni per l ’ accesso al credito bancario e ai finanziamenti pubblici a favore delle politiche di sviluppo , la possibilità di partecipare a gare pubbliche di appalto . Piazza prevede che nel 2025-26 la sostenibilità entrerà concretamente nelle aziende “ Non tanto attraverso una richiesta che viene da una crescente sensibilità da parte dei consumatori - non è ancora così evoluta - bensì attraverso normative che pian piano entreranno nelle prassi operative aziendali .” In definitiva , se le tematiche sostenibili non entrano in azienda dalla porta , a breve entreranno dalla finestra . Abbiamo anche la netta sensazione che , proprio in questi ultimi due anni , la comunicazione stia puntando molto sul termine ‘ sostenibile ’. Il cliente finale oggi presta più attenzione a questi argomenti , è così ? “ Una parte dei consumatori è sensibile a questi temi – osserva Piazza – ma probabilmente quando arreda la casa preferisce ragionare su design e qualità del prodotto , chiudendo un occhio sul fatto che l ’ azienda produttrice sia sostenibile o meno . Quello che si comunica al consumatore finale è soprattutto la parte green del prodotto , come i materiali ecosostenibili , e alcuni fanno un po ’ di greenwashing . Il tema della sostenibilità , invece , è molto più ampio , indica la solidità dell ’ azienda e la sua capacità di essere responsabile anche rispetto al territorio e al sociale . Inoltre , si parla troppo poco della misurazione dei rating di Sostenibilità , per esempio i dati relativi alla Carbon Footprint . Vedo molta pubblicità di claim ma poca reportistica relativa alla misurazione dei parametri . Eppure il concetto di sostenibilità è strettamente legato ai numeri . Ovviamente , i brand che redigono il Bilancio di Sostenibilità misurano tutte le loro azioni e le comunicano , ma gli altri ?” Divulgare con maggiore incisività questi dati distinguerebbe l ’ azienda per la sua serietà e darebbe un contributo a diffondere il tema della responsabilità aziendale che “ Da noi è ancora acerbo - fa notare Piazza - ha bisogno di una messa a terra culturale e di una diffusione che possano raggiungere tutta la filiera : consumatore finale , rivenditore e produttore , tutti i fornitori .” La sostenibilità del prodotto può essere un punto di partenza , ma pensiamo che il rivenditore dovrebbe comunicare ai suoi clienti anche le azioni legate alla CSR , alla responsabilità delle imprese per il proprio impatto sulla società poiché , come osserva Piazza “ La sostenibilità è legata in primis all ’ azienda , non al prodotto . Dalla nostra ricerca era emerso che , per i rivenditori , le leve di competizione sono i marchi dei propri fornitori , i prodotti , l ’ ampiezza di gamma e a volte anche il prezzo . Nessuno ha mai dichiarato di avere anche una politica sostenibile che li distingue dalla concorrenza . Siamo ancora lontani , ma arriveremo ad avere showroom dove tutti i prodotti presentati sono di aziende certificate per la sostenibilità , non si usa la carta , il caffè è in bicchierini di carta o lavabili
[ SOSTENIBILITÀ : TEMA COGENTE NON SOLO IN TERMINI LEGISLATIVI E NORMATIVI , MA RESPONSABILITÀ DI TUTTI . CIASCUNO DI NOI , AZIENDE COMPRESE , PUÒ METTERE A TERRA COSE ANCHE PICCOLE MA FATTIBILI ,
DANDOSI SEMPRE OBIETTIVI
PROGRESSIVI PER MIGLIORARE . FACENDO UN PASSO PER VOLTA , MA TUTTI INSIEME , SI POTRanno FARE PROGRESSI ARGINANDO LA CRISI
CLIMATICA IN ATTO .]
per non inquinare l ’ ambiente . Quindi , comunicare non solo il ‘ contenuto ’, ovvero il prodotto , ma anche la sostenibilità del ‘ contenitore ’, cioè del punto vendita . Pensiamo ai giovani , che cresceranno e diventeranno più interessanti dal punto di vista del marketing e delle scelte commerciali e che , rispetto a un target più anziano , sono già molto sensibili a questi temi .” Pensando al futuro dei giovani , non si possono dimenticare i 17 macro-obiettivi per lo sviluppo sostenibile dell ’ Agenda ONU e quelli del Green Deal europeo , ormai impellenti : ridurre le emissioni del 50 % entro il 2030 e la neutralità climatica entro il 2050 . Il nostro Paese ha già dichiarato che , a causa dei numerosi ostacoli che rallentano la crescita sostenibile in Italia , sarà impossibile raggiungere questi obiettivi . E probabilmente lo sarà anche per gli altri paesi UE . “ È utopico pensare che in 5 anni riusciremo a ribaltare modelli di business consolidati – afferma Piazza - sarà un processo molto più lento , però è bene che questa consapevolezza stia scendendo pian piano a tutti i livelli . Detto questo , si deve pensare che l ’ Europa non è isolata , lavora con il mondo , quindi finché gli altri paesi del mondo non si adegueranno , finché tanti ostacoli disturbano i mercati internazionali , come le guerre recenti , sarà molto più difficile intraprendere azioni di riconsolidamento e cambiamento delle filiere . Credo però che il cammino intrapreso obbligherà anche le aziende cinesi , che riforniscono le imprese italiane ed europee , a esibire dei certificati di sostenibilità se vorranno lavorare con noi . È un meccanismo a cascata , ma man mano che le imprese recepiranno le normative , questo avrà un effetto che si espanderà ben oltre il nostro sistema .”