Vaso Primates per Bosa Ceramiche . stato aggiunto un grip tridimensionale , molto innovativo , che l ’ azienda sta mettendo a punto . È come una graniglietta applicata che fa da antiscivolo .
Quindi il piatto doccia non è ancora in produzione ? Quello presentato all ’ ultima edizione di Cersaie era solo un prototipo , credo che sia andato in produzione subito dopo .
Ritorniamo sul discorso del piatto doccia identificato come elemento nascosto , considerato un po ’ come la “ cenerentola ” del bagno … Sì infatti , è sempre tenuto un po ’ nascosto , c ’ è perché è funzionale , ma non viene mai messo in risalto . È necessario che garantisca sicurezza , deve essere antiscivolo , ma , in genere , al piatto doccia non è stata data altra caratteristica . Il mio lavoro ha cercato di intercettare questa mancanza , dando all ’ elemento piatto doccia un valore aggiunto interpretato attraverso i concetti di funzionalità e di decoro .
Introduciamo un altro elemento , la prospettiva . Il piatto doccia è un oggetto che si guarda dall ’ alto e che , durante il suo utilizzo , sta sotto i nostri piedi . Il tuo decoro ha tenuto conto della distanza prospettica con cui viene osservato ? Sinceramente quando l ’ ho disegnato non ho pensato di guardarlo dall ’ alto , ma ho considerato il fatto che ci fossero sopra i piedi di una persona e che fossero idealmente immersi in queste onde che ricordano il movimento dell ’ acqua . Si entra a far parte di questo dipinto fatto di linee curve , molto sinuose e accoglienti , ospitati da Poseidone Dio del Mare . Ci sono due versioni dei decori , una sui rossi e l ’ altra sulle tonalità del blu . Ho voluto fortemente le tonalità del blu perché è un colore legato all ’ acqua e l ’ altro per rendere l ’ atmosfera un po ’ più calda .
Com ’ è nata la preparazione del disegno , hai cominciato a disegnare a mano libera o con l ’ aiuto di qualche applicazione ? Inizio sempre a disegnare a mano libera , ho disegnato i decori Tratti Rossi e Blu in scala ridotta , poi con un programma vettoriale sono riuscita a vedere i miei disegni nelle dimensioni reali .
La maschera ancestrale – tribale è un tema ricorrente dei tuoi lavori , è una figura a cui tu sei legata ? Ho iniziato a disegnare prestissimo , fin da piccola , perché era il mio modo di esprimermi . Non ero tanto brava con le parole , quindi utilizzavo i disegni per comunicare . Siccome ero una bambina molto paurosa , ho cominciato a disegnare tantissimi mostri perché mi spaventavano molto . Mi è servito per esorcizzare le mie paure e , alla fine , sono diventati dei compagni di viaggio , degli alleati . Adesso sono super stilizzati , molto puliti , quasi non si riconoscono più , però sono dei personaggi che mi accompagnano sempre . Non ho disegnato nient ’ altro che mostri e adesso cerco di riproporli nel mio linguaggio espressivo anche perché mi tengono un po ’ di compagnia .
Quindi il tuo spirito giocoso e fiabesco arriva da lì … I mostri mi hanno anche aiutata a capire quale fosse il mio linguaggio , disegnandoli praticamente di continuo , ho capito come raffigurarli . Io lavoro sul mio linguaggio artistico fin da quando ero piccolissima .
Il tuo lavoro si inserisce a metà tra l ’ arte e il design , riesci ad esprimerti nonostante le due discipline abbiano dei punti di contatto ma sostanzialmente siano l ’ una rivolta alla contemplazione , l ’ altra a risolvere dei problemi … È verissimo , ma è anche pericolosissimo stare in questa “ terra di mezzo ”, adesso hanno imparato a rispettarmi e ad accettarmi , ma non è stato così facile perché non sono stata ben vista né da una parte né dall ’ altra . Solo dopo tanti anni qualcuno ha iniziato a capire cosa faccio . Per raccontarti un po ’ di me , ti dico che mia madre , invece di mandarmi a fare nuoto o in palestra , mi portava tutti i pomeriggi da una pittrice dove facevo copie dal vero , nature morte , ecc . cosicché mi sono iscritta al Liceo Artistico per poi accedere all ’ Accademia di Belle Arti di Brera , volevo fare l ’ artista . Ma i miei genitori volevano assolutamente che prendessi una laurea per cui ho scelto di fare design al Politecnico , disciplina che mi sembrava più vicina alla mia creatività e al mio desiderio di fare l ’ artista . Quando ho cominciato a realizzare i miei primi lavori vedendoli uno vicino all ’ altro , ho pensato che mi sarebbe piaciuto farli entrare nelle case . Mi immaginavo di introdurre i miei personaggi , le mie storie e i miei mostri nelle case delle persone . Mi piaceva molto questa idea della produzione seriale , tuttavia c ’ era anche qualcuno che , rigidamente , mi diceva che bisognava produrre o pezzi unici o in serie , ma questo principio non l ’ ho mai accettato per cui sono andata avanti , con molte difficoltà , per la mia strada . Alla fine Bosa ( Bosa Ceramiche ) mi ha dato la possibilità di fare un prodotto più artistico , ma comunque prodotto in serie . Da lì il mio modo di lavorare , tra arte e design , ha cominciato ad avere degli apprezzamenti .
Secondo te la decorazione è uno strumento che accresce il valore dell ’ oggetto o lo rende più gradevole agli occhi ? Per me sicuramente lo accresce , io utilizzo tantissimo le decorazioni tridimensionali di fattura artigianale , quindi il decoro accresce di molto il valore dell ’ oggetto . Sicuramente gli occhi sono gratificati , ma è l ’ oggetto stesso che assume più valore .