I Quaderni della Consapevolezza Forme di potere | Page 21

solo dei capelli, che prima o poi, se non è connessa alla cute, si esaurisce. Se invece utilizziamo l’energia interiore, che è sempre connessa, la nostra energia si amplifica. 8 – Per arrivare alla fonte dobbiamo comprendere cosa all’esterno interferisce con la connessione interiore, deviandoci o facendoci consumare dell’energia inutile. 9 – Per questo gli apprendisti maghi passavano anni e anni ad analizzarsi per comprendere come rispondevano agli eventi e sollecitazioni esterne, così da intervenire a correggere e/o indirizzare le proprie reazioni spontanee, trasformandole in reazioni proficue. 10 – A questo punto l’individuo diventava sempre più padrone dei propri moti interiori ed era così sempre più in grado di possedere la propria energia, così da svilupparla. 11 – Per l’operazione magica ci vuole infatti resistenza e robustezza. Se si deve trasportare un grosso carico, cosa funzionerà meglio: una cinquecento o un camion? Se si è delle cinquecento, a livello energetico, si potrà fare ben poco perché non si ha abbastanza robustezza. 12 – Tre sono le caratteristiche indispensabili per il lavoro magico: la forza, la resistenza e la concentrazione. 13 – Grossa attenzione e cura dovrà poi essere data alla coerenza fra la propria interiorità e le azioni/parole che si esprimono (in Italia è un disastro, abituati come è questo popolo a parlare e agire con leggerezza, promettendo gaiamente le cose più improbabili, ma anche quelle per cui basterebbe un po’ di autodisciplina per mantenerle…). 14 – L’autodisciplina è la scuola del carattere ed è essenziale da imparare, piano piano, poco per volta ma sicuramente, perché altrimenti non si sarà in grado di governare le energie e si sarà in balia di quelle! 15 – La magia, in sintesi, consiste nell’individuare molto chiaramente l’obiettivo da raggiungere (questo lo si può poi trasformare in un simbolo, così che sarà più facile richiamarlo), sentirlo, percepirlo, soprattutto essere sicuri di volerlo veramente – e quindi connettere questo obiettivo al ricevente, ovvero alla persona che dovrebbe essere la protagonista dell’obiettivo raggiun- to (questo fatto di operare sugli altri è discutibile, allora il ricevente potrà essere semplicemente l’interessato!). 16 – La resistenza e la capacità di concentrazione e forza interiori a questo punto entrano in gioco perché l’individuo dovrà richiamare l’obiettivo fino a quando non lo realizzerà. 17 – La conoscenza e la creazione di simboli magici aiuterà il mago ad accorciare e a concentrare il tempo utilizzato per l’influenzamento. 18 – Il mago, durante l’operazione costante e continua dell’influenzamento, non dovrà però mai lasciarsi ossessionare, altrimenti, al posto di indirizzare energia al bersaglio, la fagociterà! 19 – Il mago dovrà poi saper utilizzare anche i tempi naturali più opportuni che amplificheranno il suo operare (la luna giusta, il sole nella posizione zodiacale più indicata, le ore e i giorni con l’energia planetaria giusta….). 20 – Una regola principe della magia è che comunque il bersaglio dovrà avere una certa predisposizione a ricevere l’energia dell’obiettivo, perché se così non fosse, nessun influenzamento potrà avere successo! Magus significat sapientem cum virtute agendi (G.Bruno) 19