I PIACERI DELLA VITE NUMERO ZERO - DIC 2016 | Page 52

■ A parer nostro il suo lavoro di giornalista sta diventando davvero difficile. Lei tutte le sere ha l ' arduo compito di riportare i toni dei contendenti a misure più quiete. Quelle che una volta erano tribune politiche, a volte soporifere ma comunque sempre educate, sono ora diventare arene dove i ragionamenti scadono a volte nello scontro urlato. Ci dica le verità, si trova più a suo agio davanti alle telecamere con la cravatta oppure davanti ad un filare di viti con gli stivali di gomma? E come concilia la sua immagine di autorevole giornalista in doppio petto con il suo lavoro di vignaiolo? << Sono due realtà completamente diverse, ma non vedo una incompatibilità del giornalista con il vignaiolo >>.
■ Ok, ma poi praticamente come riesce a gestire i suoi tempi? Sicuramente sarà molto occupato dal suo lavoro di giornalista, ma anche l’ a- zienda vinicola Le richiederà impegno e continui spostamenti da una parte all’ altra dell’ Italia … << Beh, guardi, io mi occupo di vino tutti i giorni, sette giorni su sette. Magari alcuni giorni me ne occupo solo con una telefonata. Altre volete invece dedico intere giornate all’ azienda. Cerco sempre di unire il vino a quello che devo fare. Oggi per esempio avevo un impegno a Torino e ho anche fatto una degustazione di vino. Recentemente ho avuto un impegno a Napoli dove ho presentato il mio libro, e contemporaneamente abbiamo degustato i miei prodotti vino. La stessa cosa è successa a Lecce. Quindi quando mi muovo cerco parallelamente di promuovere il vino. E comunque ho contatti quotidiani sia con la produzione che con la distribuzione e il commerciale. Devo dire che è un lavoro molto serio e molto, molto impegnativo.>>
■ Dal sito della sua cantina si evince che il suo avvicinarsi al mondo vino sia dovuto ad una frequentazione negli anni di Luigi Veronelli. Lei che ha avuto il piacere di conoscerlo ci può accennare almeno un aneddoto che lo caratterizzi? << Luigi Veronelli è stato davvero un grande amico e un grande maestro. E’ stato lui il primo a insegnarmi l’ esistenza dei cru, della tipicità del vino. E io sono un romantico in questo senso. A me piace sapere da dove viene il vino anche se nel nostro mondo non sempre si sa da dove proviene. Ecco, è questo il motivo per cui ho voluto comperare le vigne, quando invece avrei potuto comprare del vino, metterci il mio nome e venderlo. Non avrei rischiato una lira …. e magari guadagnavo pure. E invece ho deciso di comprare 20 ettari di vigneto che, con gli altri 10 che stiamo impiantando adesso, in totale sono ben 30. Stiamo inoltre ristrutturando una masseria del‘ 500, abbiamo completato il progetto per la cantina e, con l’ enologo Riccardo Cotarella, abbiamo fatto la scelta di coltivare vitigni autoctoni. Non produciamo in Puglia gli chardonnay, i pinot e i cabernet che ormai si stanno dappertutto, ma facciamo soltanto vitigni autoctoni, perché Veronelli mi ha insegnato ad essere molto attento ai cru. E siccome in Puglia i cru sono di vitigni autoctoni, si sa perfettamente dove nasce il nostro vino e dove si produce.>>
■ Molti personaggi famosi italiani sono recentemente entrati nel mercato del vino come produttori diretti. Per alcuni è un modo legittimo di monetizzare la propria visibilità, per altri è un semplice investimento finanziario, per altri ancora è una passione che finalmente possono portare avanti. E per Bruno Vespa? << Noi ci chiamiamo Vespa, Vignaioli per passione. E devo dire, onestamente, di non aver bisogno di ulteriore visibilità. Anzi, in realtà c’ è molta gente che mi dice che le“ persone conosciute non fanno vini buoni”. Io sono di avviso contrario e onestamente credo che i miei siano vini buoni. E comunque non andrei mai a mettere in pericolo la mia immagine per fare vini mediocri. Aggiungo inoltre che in Italia c’ è molta invidia e che si fa molto presto a parlar male delle persone famose. A questo tipo di persone rispondo che Wine Spectator, la rivista vinicola più nota al mondo, spesso pubblica in copertina una persona nota che fa il vino: non si capisce quindi perché in America l’ interesse di persone famose venga festeggiata, perché considerata un beneficio per tutto il mon-
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