on ha bisogno di presentazioni il protagonista della piacevole chiacchierata che vi proponiamo in esclusiva in questo numero zero. Se non altro perché trattasi di un personaggio che da anni, passando dal piccolo schermo, entra quotidianamente nelle nostre case. Stiamo parlando del noto conduttore, giornalista e scrittore Bruno Vespa. Ma a rispondere alle nostre domande non è stato il giornalista o lo scrittore, né tantomeno il conduttore. In questo caso infatti abbiamo avuto modo il piacere di parlare con il vignaiolo. Per quanto famoso sia il personaggio, forse non tutti sanno che nel 2014, insieme ai figli Federico e Alessandro, Vespa ha presentato al mercato del vino la sua grande scommessa: fare un Primitivo di Manduria che sia riconosciuto a livello internazionale. La famiglia è infatti proprietaria in Puglia di una bella tenuta che comprende una splendida Masseria del‘ 500, nata come convento, e oltre 20 ettari di terreni vitati. Un’ avventura che da allora condivide con il suo amico ed enologo di fama internazionale Riccardo Cotarella e che già in breve tempo gli ha già regalato risultati d’ eccellenza. Lo abbiamo raggiunto telefonicamente e lui, nonostante i numerosi impegni quotidiani, ha comunque trovato il modo per rispondere a tutte le nostre domande.
■ Egregio Do�. Vespa, Lei ha alle spalle una lunghissima carriera di giornalista che l ' ha vista protagonista della cronaca italiana. Noi ce la ricordiamo commentare i funerali di Enrico Berlinguer, parlare con Papa Giovanni Paolo II in diretta al telefono, mostrare in diretta il cratere della bomba alla stazione di Bologna. Inoltre da circa 20 anni conduce quasi ogni sera“ Porta a Porta”, un luogo televisivo dove si fa la politica italiana. Come dobbiamo interpretare la sua scelta di oggi di produrre anche vino? Magari si sta preparando ad un operoso ed affascinante " buen retiro "? << Nessun“ buen retiro”! Assolutamente non ne ho alcuna intenzione. Non ho scelto il vino come occasione di pensionamento, perché almeno fino a quando il Padreterno mi darà un cervello funzionante continuerò a fare il mio mestiere. Quando il cervello smetterà di funzionare, allora smetterà di funzionare anche per il vino e quindi non potrò fare né l’ uno né l’ altro. Quindi questo è il punto. Il vino l’ ho scelto perché sono appassionato di vino da sempre. Ne ho scritto e ne scrivo da più di trent’ anni e ho voluto vedere il mondo del vino non più come semplice osservatore, ma anche dall’ altra parte, dalla parte del Produttore. E posso dire che è un mondo, molto affascinante.>>
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