Pochi minuti a piedi e ci troviamo davanti all ’ ingresso del suo piccolo grande mondo . Un ’ antica scala in pietra ci fa scendere di circa 4-5 metri al di sotto del piano stradale . Qui ci si presenta la spettacolare " champagneria " di Fausto , incastonata tra archi di mattoni di travertino . Le antiche pareti sono completamente rivestite da cataste di bottiglie . La luce è fioca , ma sufficiente a far risplendere i colori brillanti degli autoctoni abruzzesi nelle borgognotte incastonate nei pupitre . E poi , sparsi un pò dappertutto , ci sono gli strumenti di lavoro di Fausto , alcuni addirittura autocostruiti , con il suo ingegno e la sua passione . Siamo conquistati . Decidiamo così di acquistare un paio di bottiglie da far assaggiare ai nostri amici . Ed é così che Fausto ci conduce nella " white room " che si trova proprio di fronte l ' entrata dell ’ antica cantina . E ' una piccola e luminosissima saletta da degustazione completamente bianca
( per valutare al meglio le sfumature di colore del vino ). Lo stile però qui é praticamente agli antipodi rispetto alla cantina : l ' arredamento é ipermoderno , sobrio , austero , lineare ed essenziale . L ’ ennesimo contrasto , anche questo però voluto , cercato , calcolato . Questo è il mondo di Fausto , nel quale passa gran parte delle sue giornate . Forse é per questo che da quelle parti viene affettuosamente soprannominato “ il vinificatore folle ”. Ma questa è senza dubbio una sana e lucidissima follia . ■
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