limitate e , comunque sia , soggette alle condizioni meteo marine , che spesso non consentono lo sbarco degli attesi rifornimenti . Te ne rendi conto soltanto soggiornando qui per qualche giorno , facendo le cose più banali . Quando infatti decidi di andare a fare la spesa ( a piedi ) ti accorgi che ci sono un solo forno e due piccoli alimentari ( aperti tra l ’ altro soltanto nella stagione turistica ). E poi pensi anche che tu trovi qui in piena estate ( in vacanza per giunta !) e allora , per quanto quest ’ isola sia un posto davvero meraviglioso , provi a immaginarti cosa possa significare vivere e lavorare qui d ’ inverno e quanti sacrifici siano necessari per curare quotidianamente quei vigneti , così come un ’ azienda in toto . Ecco perché quella di Luigi è stata è una scelta appassionata e , soprattutto , coraggiosa . Una scelta “ di campo ” nel vero senso del termine , che lo porta a rimanere in quelle campagne anche nei cupi mesi invernali , durante i quali appena 300 persone abitano l ’ isola ( contro le 6000 che popolano l ’ estate ). Ed è per questo che , pensando anche alla sua giovane età , siamo rimasti profondamente colpiti dalla sua ultima considerazione :
“ Purtroppo i giovani di Ventotene non vogliono più coltivare la terra , vogliono fare altri lavori e magari per questo finiscono per abbandonare l ’ isola definitivamente … Devo ammettere che in alcuni periodi qui si fa davvero dura , ma poi bere il mio vino mi ripaga di o- gni sacrificio ". Ecco perché anche noi moriamo dalla voglia di assaggiare il “ Pandataria ”: questo è il primo nome che i greci diedero all ’ isola , ma è anche il nome che Candidaterra ha scelto per quello che sarà il suo primo vino . Il primo vino di Ventotene . ■
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