Tutto sono, tranne che una Wine Star...
Zaia è governatore del Veneto, Alemanno ha fatto, malissimo, il sindaco di Roma e ora non parla più di agricoltura, devo continuare? >>
■ Lo scorso anno a Vinitaly ho visitato il tuo stand e ho notato questa simpatica scenetta: due ragazze ti si sono avvicinate, poi ti hanno chiesto un autografo e pure un selfie … Sei molto lontano dall’ apparire un " Mick Jagger " eppure hai comunque le tue“ groupies”. Questo per dire che nel mondo del vino, così come nel mondo dei fornelli, si sta creando un vero e proprio star system, nel quale ormai si vede praticamente di tutto: sommelier campioni del mondo, degustatori compulsivi, file chilometriche all’ ingresso delle degustazioni e Produttori corteggiati più di Belen Rodriguez. Tu che sei la nostra " winestar " preferita, cosa ne pensi di questa particolare evoluzione?
<< Tutto sono, tranne che una“ winestar”. Poi ora sto dimagrendo molto dopo un’ operazione di resezione gastrica( avevo raggiunto quota 136 e non riuscivo neanche ad allacciarmi le scarpe). Credo che la sovraesposizione mediatica sia sempre un problema, più che una moda. Poi detesto francamente i“ fenomeni” del mondo enogastronomico, a partire da quei brutti esempi di“ guittagine” dei cuochi di Masterchef, che talvolta vanno a fare gli opinionisti nei gggg
“ talk show”, dicendo spesso banalità. C’ è un bel proverbio milanese che dice“ offelé fa il tò mesté”. Mi pare opportuno citarlo in questi casi. >>
■ Un’ ultima cosa. Per me il calice di vino, quando torno a casa dal lavoro, sia d’ estate in balcone o d’ inverno vicino al caminetto, rappresenta quasi un passaggio obbligato, quale cesura tra il mio pubblico e il mio privato. Ma per me è facile, io sono un appassionato, non un critico. Qual’ è invece il rapporto di Daniele con il vino quando sveste i panni del“ DoctorWine”?
<< Dico sempre che chi fa il critico e analizza il vino, così come l’ arte o il cinema, rischia la“ sindrome del ginecologo o dell’- androloga” che si rapporta al sesso come fa un medico e non come farebbe un amante. Io cerco di fare entrambe le cose. Ho iniziato come un comune appassionato e non me lo dimentico. Stefano Bonilli, fondatore di quel che fu il Gambero Rosso nel suo periodo più fulgido, che ci ha purtroppo lasciato un paio di anni fa e con il quale ho lavorato per oltre vent’ anni, si sorprendeva sempre del fatto che“ emanavo” passione per il vino in modo quasi ingenuo, senza il cinismo giornalistico così comune nel mondo della stampa. Senza distacco, insomma. In privato frequento il mio wine bar preferito, il“ Goccetto” di via dei Banchi Vecchi, nel cuore di Roma. Lo faccio dal 1984. Bevo con gli amici e non parlo quasi mai di vino.>>
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