Nasco Professore e ho adattato quella che era la mia originaria professione alle tematiche legate al mondo del vino...
■ Nel corso degli anni sei riuscito a coniugare vino e comunicazione praticamente su tutti i canali oggi disponibili. Da quale di questi hai avuto le maggiori soddisfazioni?
<< Forse dall’ insegnamento. Io nasco Professore e ho adattato quella che era la mia originaria professione alle tematiche legate al mondo del vino. Ci riesco bene, dicono, e il rapporto con il pubblico è l’ aspetto più gratificante in assoluto. Ho svolto attività di docente ai corsi dell’ Ais e ora dell’ Onav, associazioni benemerite che divulgano in modo molto efficace. >>
■ Sei stato l’ inventore degli ormai celebri“ Tre bicchieri”, un sistema di valutazione che esprime se vale la pena o meno di arrivare a vedere il fondo di una bottiglia. Ora, nella tua ultima guida non posso non notare l’ articolato sistema di valutazione che tiene in considerazione, oltre al vino dentro la bottiglia, anche il contesto in cui l’ azienda lo produce e il rapporto tra qualità e prezzo. Ci puoi spiegare il perché di queste scelte e le differenze con le monumentali guide enciclopediche in commercio?
<<“ I Tre Bicchieri” nacquero nel 1987. Fu una mia idea e fu possibile applicare quel sistema perché allora vini e aziende erano ancora poche e anche un sistema così semplice, quasi elementare, era sufficiente. Ora la realtà è più complessa e i distinguo, a mio avviso, devono essere più sfaccettati. I punteggi dei vini in centesimi rendono più chiare le differenze e consentono di fare quello. >>
■ Mi ha molto colpito il tuo articolo“ Piccoli vini crescono”, nel quale riconosci alle piccole cantine il merito di far scoprire territori e storie particolari, di essere in qualche modo dei“ guardiani della terra”, che ridanno un senso all’ agricoltura e che frenano lo spopolamento e l’ incuria di interi territori italiani di pregio. Noi de“ i Piaceri della vite” guardiamo spesso proprio a loro. Dopo l’ uscita del primo numero abbiamo ricevuto molte mail da piccolissime aziende che ci chiedono di far conoscere la loro storia e notiamo in generale un grande fermento intorno agli autoctoni e a questo tipo di sperimentazioni. Non credi che il valore etico, storico e culturale di una piccola azienda dovrebbe avere un peso maggiore
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