I PIACERI DELLA VITE NUMERO 1 - FEB 2017 | Page 15

na scavata a mano nel tufo sotto la dimora di famiglia e oggi utilizzata per conservare vecchie bottiglie di annate particolari. Antonio ci racconta con orgoglio del suo lavoro che si divide tra vigna e cantina, un mestiere che porta avanti con tanti sacrifici ma nel rispetto delle tradizioni della sua famiglia e della sua terra. I suoi vini sono creati per essere rappresentativi di quel territorio e per piacere prima di tutto a lui stesso, senza dover per forza rincorrere i gusti del mercato. << Amo i vini robusti e secchi,- ci spiega- i vini dotati di una grande struttura sostenuta da un’ alcoolicità elevata che deve contribuire a preservare l’ integrità dei profumi, senza mai sovrastarli. Per lo stesso motivo facciamo un uso ponderato dei legni, senza uniformarci troppo a procedure e a tempistiche prestabilite. Ogni volta il nostro obiettivo è sempre quello di ricercare la perfezione, ma ciascuna vendemmia è differente e non sempre la perfezione può essere raggiunta, specie con il primitivo. Ecco perché in certe annate abbiamo deciso di non mettere in commercio il nostro top di gamma, una riserva ottenuta dal nostro vigneto più antico >>. Il vino di cui ci parla Antonio è il“ Campantuono”, riserva di primitivo in purezza prodotto in appena 3500 bottiglie. E’ un prodotto davvero particolare, forse unico, perché ottenuto esclusivamente dai frutti di piante centenarie, forse le più antiche piante di Primitivo presenti in Campania.
Mettiamo gli scarponi e accompagnati da Antonio andiamo a visitare quel vigneto così intriso di storia. Proprio davanti l’ ingresso troviamo una fila di ulivi monumentali, guardiani secolari di quel prezioso fazzoletto di terra. Subito oltre gli ulivi si scorgono i filari di primitivo più antichi: sono facilmente riconoscibili, anche perché la recente potatura ha messo in bell’ evidenza le tortuose evoluzioni dei robusti tronchi, contorti dal vento e dal passare degli anni. Complessivamente si tratta di appena 0,8 ettari di vigneto dalla bassissima resa, nell’ ordine dei 25-30 quintali di uve all’ anno. Sono però frutti particolarmente ricchi, non solo per le particolari caratteristiche di queste antiche
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