I Meccanismi d' azione dei Farmaci June. 2015 | Page 583
riscontrati in alcune patologie neuropsichiatriche come depressione, Alzheimer,
Parkinson.
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FARMACI ANTIPARKINSON
Il Morbo di Parkinson è malattia neurologica della senescenza (anche se esistono
anche forme giovanili) con lieve incidenza maggiore nel sesso maschile; è anche
detta "paralisi agitante". I sintomi principali sono:
Tremore a riposo; è un tremore molto rapido e di modalità differente dal
tremore senile; c‘è una mediazione acetilcolinergica.
Rigidità: parte dai muscoli più piccoli (es.: i mm. mimici) fino a raggiungere i
muscoli più grandi, determinando una particolare postura patologica. Per
valutare la rigidità di usa il segno della troclea dentata: ponendo il polso nel
cavo cubitale si percepiscono degli scatti nel movimento.
Acinesia: mancanza di movimento, o meglio difficoltà nell‘iniziare e nel
terminare i movimenti. Caratteristica è la acinesia antero-posteriore
nell‘iniziare e terminare la marcia in avanti. Un altro segno caratteristico è la
mancanza dell‘oscillazione ritmica degli arti superiori durante la marcia.
Fino al 1965 non si conoscevano rimedi, se non la cosiddetta "Cura bulgara" : un
estratto di belladonna che, avendo azione anti-colinergica, è in grado di curare la
sintomatologia.
La patologia può insorgere monolateralmente e quindi estendersi anche a lato
controlaterale, diventando così bilaterale.
Negli anni ‘60 si osservò che la lesione neuronale è generalmente abbastanza
circoscritta e interessa soprattutto i neuroni neuro-meccanici (in particolare la
Substantia Nigra del mesencefalo). La lesione neuronale è di tipo degenerativo.
La via maggiormente interessata è quindi la via Nigro-Striatale dopaminergica (dalla
Substantia Nigra allo Striato, il Putamen e l‘Amigdala).
Si osservò infatti che i livelli normali di dopamina sono maggiori di quelli presenti
nei pazienti affetti da Morbo di Parkinson; cciò confermò che ad essere interessati
sono i neuroni dopaminergici.
Essendo i neuroni post-sinaptici ancora presenti, si pensò di poter ottenere buoni
risultati terapeutici somministrando dopamina. Tuttavia la dopamina non è efficace in
quanto essa, come le altre amine biogene, non passa la barriera emato-encefalica.
Si pensò quindi di ovviare questo ostacolo som ministrando un precursore della
dopamina: la Dopa.
Dopa Decarbossilasi
Dopa ------------------------------------------------ Dopamina
Si iniziò quindi a somministrare la D-Dopa per via endovenosa (ev): si vide quindi un
netto miglioramento della sintomatologia, ma si notò anche che l‘azione è molto
labile nel tempo.La forma levogira (L-Dopa) si è invece dimostrata più attiva.
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