I Meccanismi d' azione dei Farmaci June. 2015 | 页面 15
reso incostante da differenze a carico del pH intraluminale lungo il tratto GI, dell‘area
della superficie di assorbimento per unità di volume luminale e della perfusione
ematica, oltre che dalla presenza di bile e muco e dalla natura delle membrane
epiteliali. Gli acidi vengono assorbiti più rapidamente nell‘intestino che nello
stomaco, contraddicendo in apparenza l‘ipotesi che un farmaco non ionizzato
attraversa le membrane con maggior facilità. In realtà, l‘apparente contraddizione è
spiegata dalla più ampia superficie di assorbimento e dalla maggiore permeabilità
delle membrane dell‘intestino tenue.
La mucosa orale possiede un epitelio sottile e una ricca vascolarizzazione che
favoriscono l‘assorbimento, ma il contatto è solitamente troppo breve, anche per i
farmaci in soluzione, perché abbia luogo un assorbimento apprezzabile. Un farmaco
posto tra le gengive e la guancia (somministrazione buccale) o sotto la lingua
(somministrazione sublinguale) viene trattenuto in situ più a lungo, consentendo un
assorbimento più completo.
Lo stomaco ha una superficie epiteliale relativamente estesa, ma poiché possiede uno
strato mucoso piuttosto spesso e il tempo in cui il farmaco vi staziona è di solito
relativamente breve, l‘assorbimento è limitato. Praticamente tutti i farmaci vengono
assorbiti più velocemente dall‘intestino tenue che dallo stomaco. Di conseguenza, lo
svuotamento gastrico è il passaggio limitante la velocità di assorbimento. Il cibo,
specialmente gli alimenti grassi, rallenta lo svuotamento gastrico (e la velocità di
assorbimento dei farmaci), spiegando perché alcuni farmaci debbano essere assunti a
stomaco vuoto quando si desidera un rapido inizio d‘azione. Il cibo può aumentare
l‘entità dell‘assorbimento dei farmaci scarsamente solubili (p. es., la griseofulvina),
può ridurre quella dei farmaci che vengono degradati nello stomaco (p. es., la
penicillina G), oppure avere effetti minimi o nulli. I farmaci che influenzano lo
svuotamento gastrico (p. es., i parasimpaticolitici) modificano la velocità di
assorbimento di altri farmaci.
Fra tutti i segmenti dell‘apparato GI, l‘intestino tenue possiede la più ampia
superficie per l‘assorbimento dei farmaci. Il pH intraluminale varia da 4 a 5 nel
duodeno, ma diviene via via progressivamente più alcalino, avvicinandosi a 8
nell‘ileo distale. La microflora GI può inattivare taluni farmaci, riducendone
l‘assorbimento. La riduzione del flusso ematico (p. es., nello shock) può diminuire il
gradiente di concentrazione tra i due versanti della mucosa intestinale e ridurre
l‘assorbimento che avviene per diffusione passiva. (Anche la diminuzione del flusso
ematico periferico altera la distribuzione e il metabolismo dei farmaci.)
Il tempo di transito intestinale può influenzare l‘assorbimento, particolarmente dei
farmaci che vengono assorbiti mediante trasporto attivo (p. es., le vitamine del
gruppo B), di quelli che si disciolgono lentamente (p. es., la griseofulvina) o di quelli
che sono troppo polari (cioè scarsamente liposolubili) per attraversare facilmente le
membrane (p. es., molti antibiotici). Per tali farmaci, il transito può risultare troppo
rapido perché l‘assorbimento sia completo.
L‘assorbimento delle preparazioni a rilascio controllato può avvenire principalmente
nell‘intestino crasso, particolarmente quando il rilascio del farmaco si protrae per più
di 6 h, il tempo necessario perché il contenuto intestinale giunga nel colon.
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