I Meccanismi d' azione dei Farmaci June. 2015 | Page 117
che in medicina è ben tollerato dalla maggioranza dei consumatori dei farmaci, ma
che occasionalmente determina una reazione "allergica" (Tabelle V e VI). Spesso, ed
in maniera caratteristica, gli effetti di tipo B sono acuti, inaspettati e gravi. Spesso è
caratteristico un periodo di sensibilizzazione di circa 10 giorni, ma il periodo di
latenza alla sensibilizzazione può essere molto più lungo. Tali reazioni possono
essere molto rare; 1 su 5000 o anche su 10000 pazienti e possono essere molto
importanti sia per quel che riguarda il farmaco che per la salute della popolazione. Gli
effetti avversi di tipo B sono la principale causa del ritiro dei farmaci dal mercato.
Caratteristico è il fatto che non è presente, o è poco presente, una relazione con la
dose: la reazione non è più frequente o più grave in pazienti che usano dosi più
elevate. Pertanto, nella Figura I, gli effetti di tipo B sono inseriti in posizione opposta
a quelli di tipo A.
Gli effetti di tipo B sono forme di ipersensibilità sia di tipo immunologico che non
immunologico ed insorgono in pazienti con una condizione predisponente, spesso
ignota o non riconosciuta. Le reazioni immunologiche possono avere una patologia
complessa ed assumere molte forme, variando da rashes non specifici a reazioni
specifiche come l'epatite colestatica, l'agranulocitosi o le sindromi autoimmuni
(Tabella VII). E' noto che molti farmaci, senza il coinvolgimento di una reazione
antigene-anticorpo, liberano mediatori dell'infiammazione (in particolare l'istamina) e
determinano reazioni pseudoallergiche, come ad esempio l'orticaria indotta dalla
morfina o il broncospasmo mediato dalla aspirina. Il concetto di "intolleranza" di
norma indica dei pazienti con una risposta eccessiva ad una dose normale di farmaco,
per esempio a causa di un metabolismo lento. La risposta è qualitativamente uguale,
ma quantitativamente eccessiva. Nel caso dell'idiosincrasia (termine che indica che la
reazione è determinata dalla costituzione del paziente), d'altra parte, la risposta è
anche qualitativamente differente. Fra i molti esempi ci sono l'anemia emolitica in
pazienti con deficit di glucosio-6-fosfatasi e, probabilmente, l'anemia aplastica da
fenilbutazone. Gli effetti avversi di tipo B sono difficili da studiare sperimentalmente,
spesso il meccanismo non è noto o non completamente chiarito. Sono raramente
disponibili test diagnostici e, in un singolo paziente, spesso resta non provata la
connessione fra farmaco e risposta. Esistono molti esempi di farmaci ritirati dal
commercio a causa di una reazione idiosincrasica, mentre il meccanismo responsabile
della reazione non è mai stato chiarito (un esempio importante è la peritonite
sclerosante da practololo).
Gli effetti avversi di tipo B, nonostante la grande difficoltà, sono spesso identificati
rapidamente. Ciò perché questi effetti insorgono con relazione temporale compatibile
con l'esposizione al farmaco, sono caratteristici ed hanno una bass a incidenza nella
popolazione. Alla luce di quanto detto, si comprende facilmente perché la
segnalazione spontanea, il principale sistema usato dai centri nazionali di
farmacovigilanza, si sia dimostrata particolarmente efficace per individuare gli effetti
avversi di tipo B (Tabella VI) . Altri metodi per studiare gli effetti avversi di tipo B
sono il monitoraggio di eventi connessi alle prescrizioni, gli studi caso-controllo ed il
record/linkage (usando grandi database automatizzati)
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