quanto Idea in sé resta trascendente (Bruno, Mens super omnia). E quando noi cristiani diciamo che
vediamo Dio nelle cose non è forse questa la dizione? Certo che Egli non si confonde con le cose, ma
le ha fatte Lui e così come in una statua vediamo la mano dell’artista, così nelle cose vediamo la sua
presenza.
Ecco l’attualità di Hegel teologo, ecco le domande che emergono intorno a Dio, anche grazie agli Scritti
giovanili, che forse mostrano meglio di una risposta puntuale e precisa lo stretto legame tra la filosofia
hegeliana, anche quella della maturità e del sistema, e la religione cristiana.
Però ci vorrebbe una bella ripulita alla teologia cattolica verso un più semplice approccio alla divinità,
anzi un “non detto” perché ogni detto è un prodotto umano e non divino. E descrivere Dio
raggruppandolo in definizioni (hegeliane, cattoliche, musulmane) è sempre produrre una “definizione
riduttiva” di ciò che è la Verità.
Il vero valore concettuale degli Scritti teologici giovanili hegeliani risiede tuttavia non nel significato
‘religioso’ che essi potrebbero avere all’interno di una storia delle religioni o meglio della religione
cristiana, né in un possibile sviluppo sul piano della dottrina teologica in senso proprio, quanto
piuttosto se visti nel quadro generale della filosofia hegeliana e di un pensiero filosofico in formazione
che, mentre risente ancora, com’è inevitabile data l’età giovanile, dell’influenza dei filosofi precedenti,
suoi maestri e per certi versi ‘ispiratori’, d’altro canto si distacca piano piano da