Guide agli itinerari più belli d'Italia Roma - Dic. 2013 | Page 31

Piazza del Popolo Postato da Guiditaly Guiditaly piazza,monumenti,roma 41.91070°N , 12.47634°E Piazza del Popolo è una delle più celebri piazze di Roma, ai piedi del Pincio. L'origine del nome della piazza è incerta: c'è un'etimologia che deriva 'popolo' dal latino populus (pioppo), sulla base della tradizione che vuole ci fosse, nella zona, un boschetto di pioppi pertinente alla tomba di Nerone, che era lì vicino. È notizia storica, comunque, che papa Pasquale II fece costruire a ridosso delle mura una cappella che poi sarebbe diventata la chiesa attuale di Santa Maria del Popolo: del popolo era la Madonna, del Popolo diventò la piazza. La Porta del Popolo, l'antica Porta Flaminia aperta nelle mura Aureliane, è l'entrata scenografica in città per i visitatori che giungono da Nord accolti dall'iscrizione: 'FELICI FAUSTOQUE INGRESSUI MDCLV' ('per un ingresso felice e fausto') che fu incisa in occasione dell'arrivo a Roma di Cristina di Svezia. Per accoglierla degnamente venne dato a Bernini l'incarico di realizzare la facciata interna della porta. Al centro della piazza nel 1589 papa Sisto V (Peretti) fece innalzare l'obelisco egizio di Ramesse II portato a Roma da Augusto: l'Obelisco Flaminio è il più antico ed il più alto di Roma (24 metri) dopo quello Lateranense. L'attuale forma ellittica della piazza è dovuta a Tournon, prefetto francese durante l'occupazione Napoleonica, il quale incaricò Giuseppe Valadier di inserire due fontane sugli emicicli: una, verso fiume, raffigurante Nettuno tra due Tritoni, l'altra, sotto il Pincio, con la dea Roma affiancata dal Tevere e dall'Aniene. All'incrocio del Tridente formato da via del Corso, via del Babuino e via di Ripetta si trovano le due chiese gemelle, Santa Maria in Montesanto (1675) e Santa Maria dei Miracoli (1678), che conferiscono alla piazza un aspetto barocco. Vennero iniziate da Carlo Rainaldi per volere di Alessandro VII, ma furono terminate solo dopo la scomparsa del pontefice da Gian Lorenzo Bernini, con la collaborazione di Carlo Fontana.