Guide agli itinerari più belli d'Italia Roma - Dic. 2013 | Page 19
Foro Romano
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archeologia,roma
41.89222°N , 12.48502°E
Nell'area compresa tra il Campidoglio e il Quirinale si sviluppa una delle
zone archeologiche più importanti del mondo, il Foro Romano.
Bonificata con opere di drenaggio e con la costruzione di un canale diretto
al Tevere (la 'Cloaca Maxima') ad opera di Tarquinio il Superbo, già verso la
fine del VII secolo fu destinata ad accoglier e i mercati e la vita pubblica della
città. Foro era il termine con il quale i Romani indicavano, appunto, la piazza
centrale dell'insediamento urbano, dove si raccoglievano le funzioni
amministrative, giuridiche, commerciali e religiose.
Il foro romano non era una semplice piazza, vi erano templi, tribunali, sale di consiglio e spazi liberi circondati da
monumentali porticati, dove consumati oratori arringavano folle enormi che si spostavano, in caso di maltempo,
nei saloni o nelle basiliche.
Il foro ospitava dunque la vita pubblica della città. Man mano che gli imperatori ne fondavano uno nuovo,
adiacente al vecchio, aumentava la comunità di persone che vi confluivano per fare spese - i mercati si trovavano
nelle dirette vicinanze - per assistere ai riti religiosi, agli affari pubblici, ai processi privati o, semplicemente, per
incontrarsi.
Divenuto, nel II secolo a.C, il centro amministrativo della città, il luogo fu scelto da Cesare - quando Roma era
ormai la capitale di un impero che si estendeva dalla Gallia alla Siria - per la sistemazione del Foro a lui dedicato
e, in seguito, con la realizzazione del Foro di Augusto, cominciò a trasformarsi nel più monumentale centro di
rappresentanza dell'età imperiale romana.
Attraversato dalla 'Via Sacra', il Foro Romano, in era imperiale, mantenne pressoché inalterata la sua struttura
iniziale.
Con il riconoscimento delle libertà di culto e l'avvento del Cristianesimo alcuni dei suoi monumenti vennero
trasformati in chiese, altri non vennero più utilizzati e l'intera area, col passare del tempo, cadde in uno stato di
miseria e abbandono, trasformandosi addirittura in terreno da pascolo (il Campo Vaccino).
Dopo il Rinascimento - a partire dal quale le aree antiche vennero depredate o utilizzate come gigantesche cave
di materiali - l'area fu nuovamente abbandonata, finché si avviò nel Settecento il definitivo processo di recupero
delle antichità che portò in luce, soprattutto a partire dagli scavi sistematici dell'Ottocento, questo immenso
patrimonio barbaramente depredato e dimenticato per secoli.