Guide agli itinerari più belli d'Italia Palermo - Dic. 2013 | Page 12
Chiesa di Santa Maria della Catena
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chiese,palermo
La chiesa di Santa Maria della
Catena è una struttura in stile
gotico-catalano che si trova
nei pressi della Cala a
Palermo.
38.11911°N , 13.36935°E
Venne costruita, al posto di
una piccola cappelletta, tra il
1490 e il 1520 a opera
dell'architetto
Matteo
Carnilivari e prese questo
nome poiché su un muro della
chiesa era posta un'estremità della catena che chiudeva il porto della Cala.
Una versione più leggendaria parla di un miracolo che nel XIV secolo fece
sciogliere al sole le catene di alcuni prigionieri condannati ingiustamente, che
avevano chiesto aiuto alla 'Vergine delle Grazie'.
L'opera è forse l'esempio più significativo del maturare di un'interpretazione
locale del Rinascimento nell'architettura siciliana e palermitana in particolare,
con un connubio di elementi tardo rinascimentali e gotico-catalani.
Annessa alla chiesa vi è la casa conventuale del 1602, che dal 1844 è sede
dell'Archivio di Stato.
L'architettura della chiesa è caratterizzata da una serrata correlazione tra interno ed esterno. All'interno tre navate
sono separate da tozze colonne rinforzate da pilastri rettangolari, che reggono gli archi catalani (ribassati) della
volta intervallati da archi ogivali di traverso.
All'esterno si nota una medesima impostazione, con le lesene che percorrono le mura perimetrali e il portico
tripartito da archi catalani, come le navate, in cima a una scalinata (inizialmente a due rampe, ampliata nel 1845).
Le colonne, in una ricerca anticlassica, appaiono sproporzionate e mortificate dall'esuberanza degli archi con le
nervature policrome, dalle fantasiose reinterpretazioni dei capitelli ionici e dagli apparati scultorei minori. Le bifore
sono ornatissime e la zona absidale è caratterizzata da un complesso gioco di spazi a base ottagonale, coordinati
dalla concezione unitaria.
All'interno sono conservate una Natività con Adorazione dei Pastori, tela del XVII secolo di autore ignoto, una
Natività e un'Adorazione dei Magi, bassorilievi del XVI secolo attribuiti a Vincenzo e Antonello Gagini che
scolpirono anche i capitelli delle colonne e i portali d'ingresso.
La prima cappella di destra è dedicata a Santa Brigida, con al centro una tela di pittore ignoto del XVII secolo che
raffigura la santa in gloria, mentre ai lati e sul soffitto vi sono degli affreschi risalenti al XVIII secolo di Olivio Sozzi,
che raffigurano da sinistra la Vergine che incorana santa Brigida, Santa Brigida in gloria e Cristo che gli mostra il
suo costato insanguinato.
La seconda cappella contiene l'accesso a un'ex-cappella votiva: la porta era l'antico ingresso della chiesa.
L'affresco in questa cappella risale al XIV secolo ed è la venerata effigie della Vergine delle Grazie. In esso la
Vergine tiene Gesù Bambino in braccio, che assomiglia a un adulto rimpicciolito a stazza di bambino, poiché
secondo i bizantini Gesù, essendo stato sempre molto saggio, non poteva mai essere stato bambino. Ha anche la
testa calva per evidenziare la sua saggezza. Ai quattro angoli della cappella si trovano le statue di quattro sante:
Margherita (asinsitra dell'altare) Ninfa (a destra dell'altare), Barbara (a sinistra davanti all'affresco) e Oliva (destra).
Tutte le statue sono attribuite ai Gagini.