Guide agli itinerari più belli d'Italia Milano - Dic. 2013 | Page 8
Biblioteca Ambrosiana
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biblioteche,milano
45.46364°N , 9.18602°E
La grande Biblioteca lombarda fondata dal cardinale Federico Borromeo fu
una delle prime che per il gesto di un illustre mecenate venisse aperta alla
pubblica lettura (1609).
Fu concepita dal fondatore come un centro di studio e di cultura: volle infatti
che vi fiorissero a lato altre istituzioni come il Collegio dei Dottori,
l'Accademia di Belle Arti e la Pinacoteca.
Il cardinale raccolse per la sua Biblioteca, che dal santo protettore di Milano chiamò Ambrosiana, un largo numero
di codici greci, latini, volgari e nelle diverse lingue orientali. In essi si comprendono i fondi preziosi derivanti da
istituzioni religiose come il monastero benedettino di Bobbio, il convento agostiniano di Santa Maria Incoronata e
la biblioteca del Capitolo Metropolitano di Milano; così pure quelli provenienti da importanti collezioni private
come quella di Gian Vincenzo Pinelli, Francesco Ciceri e Cesare Rovida, illustri studiosi e bibliofili del '500. Fra gli
innumerevoli donatori che arricchirono in seguito l'Ambrosiana, si segnalano Mellerio, che nel secolo XIX,
legarono la Biblioteca delle loro straordinarie raccolte librarie.
Per la vastità delle raccolte e per il numero e il pregio dei codici, l'Ambrosiana è indubbiamente una delle prime
biblioteche italiane e del mondo. Ebbe illustri bibliotecari quali lo storico milanese Giuseppe Ripamonti, Ludovico
Antonio Muratori, Giuseppe Antonio Sassi, il cardinale Angelo Mai, Antonio Maria Mercati e Achille Ratti divenuto
pontefice con il nome di Pio XI.
La Biblioteca ha carattere storico, letterario, religioso, particolarmente classico retrospettivo, ossia volto allo
studio del passato; è retta da due Collegi, uno dei Dottori - presieduto dal Prefetto - che sovraintende alla sua
attività culturale, e l'altro dei Conservatori, preposto alla sua amministrazione.
Fra le ricchissime collezioni ambrosiane si ricordano il fondo arabo ed orientale, di eccezionale importanza; la
biblioteca glottologica-dialettale di Carlo Salvioni e la raccolta araldica di Eugenio Casanova. Si contano numerosi
palinsesti (con pezzi pregevolissimi come gli unici frammenti superstiti della Vidularia di Plauto, risalenti al V
secolo, e parte della versione gotica del Vangelo compiuta dal vescovo ariano Ulfila) e molti manoscritti
splendidamente miniati come il Libro d'ore Borromeo, di mano di Cristoforo De Predis, o il Gellio decorato e
firmato da Guglielmo Giraldi.
Ma sopra tut HX