Guide agli itinerari più belli d'Italia Milano - Dic. 2013 | Page 23
Chiesa di Santa Maria presso San Satiro
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chiese,milano
45.46289°N , 9.18770°E
Bramante compare in S. Maria dal 1482, ma la sua presenza nel cantiere si
può supporre precedente di qualche anno. Ed è proprio a partire da queste
date che, grazie all'attività del marchigiano e alle contemporanee riflessioni
di Leonardo, l'architettura affronta a Milano, per la prima volta, i temi cruciali
del Rinascimento.
Tra il IX e l'XI secolo dovette essere costruita una piccola chiesa di cui resta il
solo campanile, di forme preromaniche, che richiamano quelle della torre
dei monaci in S. Ambrogio. Nel 1242, colpita dal coltello di un vandalo,
l'immagine della Vergine che si trovava su un muro esterno al sacello sanguinò miracolosamente. Solo nella
seconda metà del Quattrocento, sull'onda di una vasta devozione popolare, si intraprese la costruzione di una
nuova chiesa dedicata a Maria. Venne costituita una confraternita che gestisse il culto dell'immagine miracolosa e
vennero acquistate alcune case da demolire per erigere il transetto della chiesa (1478).
La chiesa ha pianta longitudinale a croce decussata; il corpo principale è suddiviso in tre navate, di cui le laterali
più strette della centrale. Su pilastri cruciformi privi di base e ornati con capitelli corinzi è impostata la maestosa
sequenza delle arcate a pieno centro che separano le navate, sovrastate da una fine cornice modanata; la
copertura della nave principale è ritmata dalla successione delle volte a botte decorate a finti lacunari, mentre le
navate laterali sono coperte a crociera. La pianta si sviluppa in un ampio transetto, sul cui lato settentrionale
risvoltano, girando ad angolo retto, le navatelle laterali. Sul lato opposto, che contiene il celebre finto coro
prospettico, si alternano nicchie piatte e concave con motivi a conchiglia, sul tipo di quelle scavate nella parte
sinistra dell'incisione Prevedari; in S. Maria esse fingono l'esistenza di una navatella laterale anche sul lato
meridionale del transetto. Sopra l'incrocio tra navate e transetto si apre una solenne cupola emisferica impostata
su pennacchi, decorata a lacunari in oro e azzurro e illuminata da una piccola lanterna. Nei tondi dei pennacchi
sono dipinti gli Evangelisti, opera di un lombardo della fine del Quattrocento; spetta invece al De Fondulis la fascia
decorativa alla base della cupola, scandita da tondi in terracotta con teste di Profeti.
Il coro, una delle più geniali e moderne soluzioni prospettiche del primo Rinascimento, è per Bramante una scelta
obbligata a causa di vincoli spaziali e preesistenze.
Sebbene la chiesa così descritta appaia oggi come struttura unitaria e stilisticamente assai omogenea grazie alla
forte connotazione bramantesca, e nonostante la ricchezza delle notizie documentarie, numerosi restano i
problemi aperti nella ricostruzione delle diverse fasi di crescita del cantiere, la cui lettura risulta ulteriormente
complicata dagli interventi integrativi attuati nell'Ottocento (i principali nel 1819 e negli anni Trenta a opera di
Felice Pizzogalli, quindi negli anni Cinquanta e Settanta con i lavori curati dal Vandoni).
È in ogni caso innegabile che l'assetto attuale dell'edificio mostri un linguaggio architettonico profondamente
bramantesco, che pone le basi per il rinnovamento dell'architettura milanese in senso classico e rinascimentale,
con forti richiami a Leon Battista Alberti e a Brunelleschi.
L'attuale ingresso alla sagrestia e il fonte battesimale si debbono all'intervento ottocentesco del Vandoni, il quale
si occupò pure della realizzazione della facciata verso via Torino (1871), appena cominciata dall'Amadeo.
L'antico sacello di S. Satiro, caratterizzato dalla struttura cruciforme e da uno sviluppo esterno polilobato, fu
interamente riqualificato nel secondo Quattrocento, per essere stilisticamente armonizzato alla nuova costruzione:
dapprima con l'impostazione di un tiburietto ottagonale dall'alta lanterna, decorato alla lombarda e frutto
probabilmente di un intervento da collocare tra il 1458 e il 1483 , quindi a opera di Bramante.