Guide agli itinerari più belli d'Italia Firenze - Dic. 2013 | Page 10
Chiesa di Santa Maria Novella
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chiese,firenze
La Chiesa di Santa Maria
43.77432°N , 11.24933°E
Novella era il centro
dell'ordine domenicano a
Firenze.
La
chiesa
conserva
uno
stile
romanico all'esterno con i
marmi bianchi e verdi con
disegni geometrici ed
uno stile gotico al suo
interno.
La sua costruzione fu
iniziata
nel 1246
e
completata nella prima
metà del 1300 da Jacopo Talenti: la bellissima facciata fu ripresa nella metà
del XV secolo da Leon Battista Alberti.
All'interno, nella sacrestia, è possibile ammirare la croce dipinta da Giotto
per il convento domenicano di Santa Maria Novella. La decorazione interna
è stata curata dai maggiori artisti del XIV secolo. La cura e la bellezza dei
suoi ornamenti può essere riassunta con il nome di Michelangelo il quale
chiamava la chiesa di Santa Maria Novella 'La mia sposa'. All'interno è
presente il chiostro e sul lato settentrionale il Convento (Convento di Santa Maria Novella).
La Facciata
Ricostruita su una preesistente, la facciata di S. Maria Novella che oggi noi vediamo è stata progettata nel 1456 da
Leon Battista Alberti su commissione del mercante Bernardo Ruccellai. Egli era un ricco signore fiorentino e
presentò il progetto all' Alberti per esaltare la propria famiglia e salvarsi dalla grazia divina, infatti fece incidere il
nome del padre sulla facciata.
Rispetto alla facciata del tempio Malatestiano, creata ex novo, l'intervento a S.
Maria Novella era più complesso,poiché andavano mantenuti elementi
preesistenti: in basso le tombe inquadrate da archi a sesto acuto e i portali
laterali; superiormente era già stabilita la quota di apertura del rosone. In
basso, Alberti inserì al centro un portale classico, e pose una serie di archetti a
tutto sesto a conclusione delle lunghe paraste addossate alla facciata;
proseguì superiormente con un secondo ordine di paraste a sostegno di un
frontone triangolare. Il problema era quello di legare le due parti, l'inferiore e
la superiore, perché la prima risultava essere una commistione goticorinascimentale; adottò allora un altissimo attico liscio come cerniera che al
contempo univa e separava le due parti e mascherava le eventuali
contraddizioni (per es. il fatto che le lesene esterne della parte superiore non
hanno corrispondenza in quella inferiore) e completò la composizione con
incrostazioni a tarsia ispirate al proromantico fiorentino, come nella facciata
della chiesa di San Miniato, che fusero ancor più le parti tra loro. Due eleganti
volute colmavano gli angoli d' incontro dell'attico e dell'ordine superiore,
mascherando gli spioventi del tetto. Ne risultò un'opera piena di armonia. Vi è
infatti un gioco nascosto di proporzioni che razionalizzano l'insieme e anche se la decorazione a tarsie
contraddice tale intelaiatura armonica, essa non inficia il risultato finale, anzi evita che una eccessiva regolarità
possa dar luogo a un risultato monotono.
Il segreto della bellezza e dell'armonia nella facciata di Santa Maria Novella è rivelata dalla sottile rete di rapporti
modulari che lega le parti tra loro e queste all'insieme. La facciata s'inscrive perfettamente in un quadrato avente
un lato coincidente con la linea di base della chiesa. Dividendo in quattro tale forma di base si ottengono quattro
quadrati minori equivalenti alle pareti fondamentali della facciata: due di essi, accostati, inquadrano la zona
inferiore; in uno di essi si inscrive perfettamente l'ordine superiore. Aggiungiamo ancora che spartendo in quattro
i quadrati minori si ottengono quadrilateri ancora più piccoli (1/16 del quadrato di partenza) che, a loro volta,
determinano altre misure dell'edificio, per esempio quelle delle volute laterali dell'ordine superiore.