Guide agli itinerari più belli d'Italia Catania - Dic. 2013 | Page 12
Fontana di Proserpina
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fontane,catania
La
Fontana
di
Proserpina
è
una
monumentale
opera
scultorea ed idraulica
della città di Catania,
realizzata nel 1904 e
ubicata in uno slargo
costeggiante la via VI
aprile e laterale alla
stazione centrale del
capo luogo etneo.
37.50641°N , 15.09867°E
La realizzazione di una
grande fontana che
abbellisse la zona in cui, nella seconda metà del XIX secolo, era sorta la
detta stazione nonché i palazzi connessi al suo funzionamento, fu affidata
allo scultore Giulio Moschetti, che propose lo sviluppo di un tema
fortemente connesso alla regione geografica siciliana, e cioè il ratto di
Proserpina. Secondo il mito greco, infatti, la dea Proserpina, figlia della dea
della fertilità Demetra, proprio in Sicilia, e precisamente nei pressi di Enna,
era stata rapita da Ade, dio degli inferi, il quale l'aveva costretta al matrimonio e quindi a regnare con lui
sottoterra. Tuttavia, venendo incontro alle preghiere della disperata madre Demetra, Ade concesse a sua moglie
la possibilità di allontanarsi dagli inferi per un breve periodo annuale ( corrispondente alle stagioni primaverili ed
estive ), dopo il quale tornava al suo fianco. Simbolo dunque di prosperità ma anche di spostamenti periodici,
essendo secondo lo stesso mito la causa del cambio delle stagioni, Proserpina fu la protagonista prescelta per
comparire nel progetto della fontana insieme ad Ade. A Catania esisteva, d'altra parte, già da più di un secolo (
1757 ) una fontana, opera del palermitano Giuseppe Orlando, dedicata a Demetra, la latina Cerere, per allora già
traslocata dal centro storico a Piazza Cavour detta 'Borgo'. Si trattava appunto della Fontana di Cerere. Esisteva in
città, dunque, in qualche modo una predisposizione alla scelta del tema. Giulio Moschetti ebbe la fortuna di
disporre di una notevole quantità di spazio, in virtù dell'assenza, in quel frangente storico, di altre infrastrutture, di
piante o impedimenti urbani che lo costringessero a dimensioni ridotte. Il piazzale prospiciente l'odierna stazione (
oggi Piazza Giovanni XXIII ) era praticamente deserto e utilizzato per il transito delle carrozze, mentre la zona in
cui sarebbe sorta la fontana si presentava priva di vegetazione ( oggi, dopo la creazione della fontana e la
sistemazione di aiuole ad essa circostanti, è invece particolarmente rigogliosa ), pertanto Moschetti poté pensare
ad una vasca di dimensioni inusitate per Catania, e in generale per tutta la Sicilia ( dove l'unica fontana storica di
simile estensione è la palermitana Fontana Pretoria ). Moschetti, servendosi di un materiale allora ancora poco
utilizzato per opere pubbliche, il cemento grezzo, disegnò una vasca enorme, assai più grande rispetto al gruppo
scultoreo da collocarvi internamente, ed inoltre niente affatto regolare, bensì mossa in tutto il suo sviluppo, con
allargamenti e restringimenti per certi versi gratuiti. Nemmeno la sua profondità è regolare: vi sono punti più
bassi e più alti, qualità che determina anche un differente aspetto visivo dell'acqua che, sgorgando dai vari ugelli,
vi risiede. Moschetti progettò una notevole e brillante quantità di statue. Oltre ad Ade e Proserpina, rappresentati
nell'attimo drammatico del rapimento ( con un probabile riferimento stilistico alla nota statua di Gianlorenzo
Bernini ) in cima ad una montagnetta rocciosa, compaiono ai piedi di questa cavalli marini e sirene, tutti e tutte in
posizioni, atteggiamenti e con espressioni facciali differenti e vivaci. Il forte gioco d'acqua rende il complesso delle
statue molto drammatico, elegante e ritmico. Le statue furono anch'esse modellate, come la vasca, in cemento,
con un effetto liscio e morbido di grande impatto. Nel 1906 Moschetti avrebbe prodotto ancora altre statue di
simile fattura, ma su scala assai più ridotta, in Piazza Archimede a Siracusa, per la quale gli venne commissionata
la Fontana di Diana. Nell'ultimo decennio del XX secolo la fontana di Proserpina è stata sottoposta a restauro, ed
è oggi pienamente funzionante anche nella sua originale finalità, cioè quella di accogliere i viaggiatori giunti a
Catania in treno.