NUOVE IDEE
In queste pagine,
alcune delle
‘esperienze’ di
Italian Delight,
la start-up che
consente di
vivere il territorio
enogastronomico
italiano, senza
intermediari.
Accanto, eatTrace,
l’app che traccia la
filiera del cibo
R
endono migliore la qualità della vita, tal-
volta semplificandola e, molto più spesso,
rivoluzionandola: sono le nuove start-up
che ruotano intorno al cibo, come Italia
Delight, un nuovo marketplace che da un lato per-
mette agli utenti di scoprire e prenotare esperienze
enogastronomiche senza intermediari e dall’altro
consente ai professionisti di ampliare la propria
attività turistica, accedere al mercato online e ot-
timizzare il processo di vendita e gestione delle
esperienze. «Vogliamo valorizzare l’Italia e far co-
noscere l’enorme potenzialità del turismo enoga-
stronomico, strettamente legato a tradizioni loca-
li, antiche e variegate. La nostra strategia digitale
predilige lo storytelling del viaggio, del territorio e
dei produttori, facendo della disintermediazione il
nostro cavallo di battaglia» le parole di Aldo Giulia-
ni, ceo di Italia Delight (www.italiadelight.it), che
si traducono in una piattaforma in cui approdano
solo custodi delle tradizioni. A differenza di Airbnb
(vi siete accorti che, oltre ad affittare appartamenti
e stanze, ‘noleggia’ le competenze dei privati?) e di
altri siti in cui si vendono esperienze fai-da-te, af-
fidandosi ad autoctoni volenterosi, in questo caso a
far da cicerone sono solo professionisti del settore
che desiderano mostrare un’Italia di nicchia, ma
non per questo meno ricca di cultura. Come anda-
re a lezione di pasta fresca in un agriturismo della
Valle Scrivia, degustare vini di diverse annate in
una cantina del Settecento, imparare l’arte dell’a-
ceto balsamico di Modena, andare a
caccia di tartufi a San Miniato, fare
un’analisi sensoriale del riso nelle
campagne novaresi, conoscere tutto
quello che c’è da sapere sulle capre
maltesi a Sabina Romana e molte
altre pagine di storia e curiosità le-
gate alle regioni. «Non ci limitiamo
a proporre esperienze standardizza-
te – conclude Giuliani – ma consen-
tiamo al cliente di richiedere esperienze su misu-
ra per il proprio viaggio: date, trasporto, servizi di
traduzione, pasti o pernottamenti extra». Al cuore
di eatTrace.com, invece, c’è la tracciabilità dei pro-
dotti (non solo italiani) che consentono di creare
un patto di fiducia tra produttori e consumatori di
generi alimentari. Anche in questo caso, la si può
guardare da entrambe le prospettive: i primi prota-
gonisti sono le aziende e tutti i produttori in gene-
re, che con poche semplici mosse possono render
nota la filiera senza cambiare sistema di etichet-
tatura e senza ulteriori spese a loro carico, mentre
all’altro capo del sistema i protagonisti diventano
i clienti che vengono rassicurati nel loro acquisto
per il fatto di avere a disposizione la storia stessa
del prodotto in pochi click. Il sito www.eattrace.
com fa parte di un più ampio progetto di quest’an-
no firmato dall’impresa abruzzese Dick Trace, che
vanta anche un’app perfettamente funzionante.
Come funziona? Basta scansionare l’etichetta e il
87