Grande Cucina Settembre/Ottobre 2019 | Page 89

NUOVE IDEE In queste pagine, alcune delle ‘esperienze’ di Italian Delight, la start-up che consente di vivere il territorio enogastronomico italiano, senza intermediari. Accanto, eatTrace, l’app che traccia la filiera del cibo R endono migliore la qualità della vita, tal- volta semplificandola e, molto più spesso, rivoluzionandola: sono le nuove start-up che ruotano intorno al cibo, come Italia Delight, un nuovo marketplace che da un lato per- mette agli utenti di scoprire e prenotare esperienze enogastronomiche senza intermediari e dall’altro consente ai professionisti di ampliare la propria attività turistica, accedere al mercato online e ot- timizzare il processo di vendita e gestione delle esperienze. «Vogliamo valorizzare l’Italia e far co- noscere l’enorme potenzialità del turismo enoga- stronomico, strettamente legato a tradizioni loca- li, antiche e variegate. La nostra strategia digitale predilige lo storytelling del viaggio, del territorio e dei produttori, facendo della disintermediazione il nostro cavallo di battaglia» le parole di Aldo Giulia- ni, ceo di Italia Delight (www.italiadelight.it), che si traducono in una piattaforma in cui approdano solo custodi delle tradizioni. A differenza di Airbnb (vi siete accorti che, oltre ad affittare appartamenti e stanze, ‘noleggia’ le competenze dei privati?) e di altri siti in cui si vendono esperienze fai-da-te, af- fidandosi ad autoctoni volenterosi, in questo caso a far da cicerone sono solo professionisti del settore che desiderano mostrare un’Italia di nicchia, ma non per questo meno ricca di cultura. Come anda- re a lezione di pasta fresca in un agriturismo della Valle Scrivia, degustare vini di diverse annate in una cantina del Settecento, imparare l’arte dell’a- ceto balsamico di Modena, andare a caccia di tartufi a San Miniato, fare un’analisi sensoriale del riso nelle campagne novaresi, conoscere tutto quello che c’è da sapere sulle capre maltesi a Sabina Romana e molte altre pagine di storia e curiosità le- gate alle regioni. «Non ci limitiamo a proporre esperienze standardizza- te – conclude Giuliani – ma consen- tiamo al cliente di richiedere esperienze su misu- ra per il proprio viaggio: date, trasporto, servizi di traduzione, pasti o pernottamenti extra». Al cuore di eatTrace.com, invece, c’è la tracciabilità dei pro- dotti (non solo italiani) che consentono di creare un patto di fiducia tra produttori e consumatori di generi alimentari. Anche in questo caso, la si può guardare da entrambe le prospettive: i primi prota- gonisti sono le aziende e tutti i produttori in gene- re, che con poche semplici mosse possono render nota la filiera senza cambiare sistema di etichet- tatura e senza ulteriori spese a loro carico, mentre all’altro capo del sistema i protagonisti diventano i clienti che vengono rassicurati nel loro acquisto per il fatto di avere a disposizione la storia stessa del prodotto in pochi click. Il sito www.eattrace. com fa parte di un più ampio progetto di quest’an- no firmato dall’impresa abruzzese Dick Trace, che vanta anche un’app perfettamente funzionante. Come funziona? Basta scansionare l’etichetta e il 87