Grande Cucina Settembre/Ottobre 2019 | Page 73

I CIBI DELLA DISCORDIA Alcuni cibi dividono peggio di un derby calcistico: dal coriandolo all’agnello, passando per frattaglie, rane e cicoria, la lotta tra hater e sostenitori avviene su un campo in cui entrano in gioco cervello e genetica di Marianna Tognini I l più bistrattato di tutti è il coriandolo, protago- nista di una pagina Facebook con più di 211mi- la fan – I Hate Coriander – che lo infamano più o meno quotidianamente a suon di foto, meme e video. Gli hater gliene dicono di ogni: che sa di saponetta; che chi lo utilizza dovrebbe finire in galera; che è la causa dei mali del mondo; che andrebbe fatto sparire dalla faccia della terra. Esi- ste pure un merchandising composto da t-shirt, felpe, cappellini e portachiavi che riporta la frase ‘I hate coriander’, oltre a fantasiose declinazioni: ‘Coriander ruined my meal’; ‘Eat, sleep, hate corian- der, repeat’; ‘Coriander has fucked more tacos than Ron Jeremy’ (noto attore porno, Ndr.). Certo, sfogare le proprie frustrazioni augurando un destino di patimenti a una pianta attraverso i social la dice lunga sul livello attuale dell’u- manità, ma ben rappresenta la complessità di sentimenti che spesso nutriamo nei confronti di determinati cibi. Ph. Giandomenico Frassi Un derby Milan-Inter non è nulla a confronto: agnello, maiale, frattaglie, coda di rospo, rane, ci- coria, nero di seppia e compagnia bella – oltre a dividere le tifoserie e scaldare parecchio gli ani- mi – pongono gli chef di fronte a quesiti che ose- remmo definire esistenziali, e che ricevono diverse interpretazioni a seconda dei casi. «La seppia, le frattaglie, il coriandolo, l’agnello, l’indivia e la ci- coria sono molto ‘polarizzanti’: la gente o li ama o 71