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Estero
Numero 278 • Giugno 2014
20° anniversario Complexions
Quest’anno, Complexions
Contemporary Ballet celebra il
ventennale della sua fondazione.
Tragurado invidiabile per una
compagnia nata a New York City,
una delle comunità di danza più
competitive al mondo, con circa
30 compagnie solo nella città, per
non parlare della miriade di
micro-compagnie e
coreografi/danzatori indipendenti
che operano dentro e intorno a
Manhattan.
Un miracolo? Forse, ma i
Complexions non solo
sopravvivono, continuano anche a
crescere.
Come ballerina professionista che
vive e lavora a Manhattan, nei
primi anni del 2000 mi capitava
spesso di vedere per la città
manifesti con agili e sinuose figure
di un gruppo misterioso. Poi,
prima di scrivere l’articolo per
celebrare il loro anniversario, mi
sono resa conto con piacere che
due amici sono stati e sono tuttora
parte di questa compagnia: Jae
Man Joo, Direttore Artistico
Associato, e Natalia Alonso,
ballerina e attrice.
Ma come nasce Complexions?
Tutto ha inizio con Dwight
Rhoden e Desmond Richardson,
che nel 1994 decidono di creare
una compagnia di danza multiculturale, un crogiuolo di artisti
che rappresentasse la diversità del
ricco patrimonio d’America e che
potesse significare, per i ballerini
delle minoranze, un’opportunità
reale di emergere. Ogni danzatore
era, ed è tuttora, incoraggiato ad
esprimere la sua unicità attraverso
la sua propria danza; ed è proprio
questo apporto che fa di
Complexions una compagnia
unica e completamente
multiculturale: “Non è solo la
fusione di nazionalità che rende
questa compagnia unica. In realtà,
mira a trascendere i confini in
generale, non limitandosi ad uno
stile di danza, ma combinando
danza classica e danza
contemporanea”, ha scritto Hayley
Mayne su Australian Stage.
L’idea di creare una compagnia di
questo genere nasceva dall’esigenza
di portare qualcosa di nuovo e
diverso nel mondo della danza, per
non rimanere ancorati ai retaggi
del passato. La danza deve essere
anche la manifestazione di
un’epoca. Quello che si cercava di
trovare era un mix di stili e non la
scelta di uno in particolare; questo
perchè la nostra epoca è così: un
melange di esperienze. Di
conseguenza, perchè non indagare
diversi modi di fare movimento?
La danza in fondo è anche questo:
una forma d’arte investigativa.
Per capire meglio cos’è
Complexions e cosa rappresenta ne
abbiamo parlato con chi la
compagnia l’ha vissuta e chi
continua a viverla tuttora: Jae
Man Joo e Natalia Alonso, due
artisti straordinari, con
backgrounds molto diversi,
accomunati dall’esperienza in
compagnia ed entrambi felici di
averla vissuta.
Natalia Alonso–Vint è una
splendida ballerina che nel 2008
lasciò il Ballet Hispanico per
entrare nell’organico dei
Complexions.
Qual’è stata la tua esperienza
lavorativa con i Complexions?
Lo staff artistico dei Complexions
è davvero tra i migliori in
circolazione. La cosa veramente
speciale e particolare di questa
compagnia, è che ogni artista ha