Giornalino di Istituto 2013 | Page 5

Italia oggi … e domani ???? Oramai la tempesta del consumismo scellerato è passata, ora dobbiamo ricostruire il nostro mondo. Oggi siamo ad un punto di rinascita o di morte totale a secondo le scelte che verranno prese nell'immediato futuro, la crisi ha stancato, smorzato abbastanza la voglia di comprare e spesso si tende sempre più all'utile. Il punto della situazione Una crisi nera attanaglia l'Italia e coloro che più ne soffrono sono i ceti più bassi, si compra meno, si guadagna meno, sembra un circolo vizioso la cui fine è solo la fine. La percentuale dei disoccupati cresce, i posti di lavoro sono pochi e i giovani, nonostante laureati e specializzati, non riescono ad iniziare la loro vita lavorativa. L'Italia è un terreno sterile per la creazione di nuove attività da parte di giovani; le riforme inerenti a ciò tardano sempre più e neanche il crowfunding stenta a decollare. L'innovazione è quasi zero, nonostante le nostre Università siano tra le migliori. I giovani Alcune indagini mostrano che i giovani italiani tendano, nonostante la crisi, ad avere comportamenti consumistici, seguendo mode e cercando le marche più in voga. Questo comportamento è in parte spiegabile dal loro poco contatto con il mondo del lavoro ed inoltre spesso, ormai grandi, vengono loro regalati i soldi che essi spendono senza alcun freno inibitore non avendo essi guadagnato lavorando. Per ciò che concerne il futuro dei nostri giovani italiani, esso si presenta come qualcosa di imprevedibile data la precaria situazione italiana; tuttavia se questa resta così i tempi a venire non saranno dei più rosei. Gran parte degli ambienti di lavoro sono saturi, i tempi di pensionamento si allungano ed i settori ancora poco sviluppati sono trascurati, uno fra tutti l'innovazione. In Italia non abbiamo nessuna grande marca nel settore dell'informatica; siamo riusciti ad "uccidere" l'Olivetti, forse per il nostro troppo amore per la classicità. In Italia, ora, l'unica realtà famosa internazionalmente è Arduino, ma forse è più famosa fuori che dentro lo stato di origine, proprio ad indicare quanto ci importi dell'innovazione. I mass-media Dai più piccoli ai più grandi l'Italia è una popolazione che nella quasi totalità è influenzata dalla pubblicità e da ciò che viene detto in TV o in altri mass-media. Oramai la pubblicità su internet è ancora più precisa, ci fa vedere soltanto ciò che a noi piace per convincerci a comprare. Un prodotto non è buono solo perché lo pubblicizza qualcuno famoso o perché da come è descritto sembra il non plus ultra: dobbiamo riuscire e a capire con il nostro intelletto ciò che è davvero di qualità, senza farci influenzare. L'Italia che produce Un esempio che porto a sostegno di questa tesi sono i prodotti di molte marche che vengono prodotti con materiali non tra i migliori e per di più in Cina; spesso questi prodotti sono preferiti ad altri che provengono dalla nostra nazione fatti con materiali migliori. Il "Made in Italy" è qualcosa che va preservato e non solo nel campo della moda, ma in tutti i settori, come quello automobilistico. Bisogna invece creare, come è stato già detto prima, un forte Made in Italy tecnologico. La politica Sembra sempre di più che i politici italiani non siano italiani e che vengano da uno stato posizionato sulle nuvole senza problemi e senza leggi. Le riforme che ora servono all'Italia sono poche e semplici, non c'è bisogno di nessuna laurea in economia conseguita nella più prestigiosissima Università per capirlo. Servono una riforma del lavoro, che lo stimoli non che lo uccida. Una migliore equità nella ridistribuzione delle tasse: chi ha tanto deve pagare tanto, chi ha poco deve pagare poco. Lo Stato non può ridurre i ceti meno abbienti in non abbienti. Un taglio alle spese della politica italiana, dai partiti agli stipendi per di chi occupa una carica pubblica. Una riforma della scuola che oramai dopo secoli di ministri incompetenti è allo sfascio: siamo calati in tutte le classifiche per quanto riguarda l'apprendimento; la nostra scuola sta diventando tra le peggiori, quella scuola che prima tutti ci invidiavano e questo non è accettabile. Un impulso sostanziale per la ricerca e per una innovazione che possa portare alla creazione di nuovi posti di lavoro con l'apertura di nuove fabbriche o di nuove aziende. I politici devono cambiare, così da cambiare l'Italia. Marco Rudilossso III A Liceo Scientifico PAGINA 5