Due mani da custodire
R
ieccomi di nuovo qui a scrivere per te, si! Sono sempre
io, spero che la mia mancanza
non si sia sentita, in caso contrario, non preoccuparti non ti
ucciderò mica per questo.
Era un pomeriggio fortemente
nuvoloso, più del solito e qui a
Londra non è cosa di cui sorprendersi. In casa mentre centellinavo il mio caffè, decisi di
sdraiarmi e di fissare il soffitto:
lo feci per due, tre ore circa.
Iniziò a piovere, e stare sdraiato in quel divano a percepire il
rumore della pioggia era qual-
cosa di straordinario, fantastico
e rilassante. Credevi che mi
piacesse? Dopo un po’ mi annoiò! e allora, come di consuetudine, decisi di uscire di casa
entusiasta all’idea che non avrei affrontato la solita malinconia che avvolgeva la mia Londra, ma anche la pioggia.
Mi incamminai per isolati e isolati non facendo quasi caso a
quanta strada avessi già fatto
e a quanta ne avrei ancora
dovuta fare. Ma poi per arrivare dove? Questo non lo sapevo nemmeno: te l’ho detto, io
non so niente di me e nessuno
sa niente di me. Ma non perdiamoci in chiacchiere; ti dicevo, stavo camminando insistentemente senza una meta,
quando un uomo sulla mezza
età mi fermò guardandomi per
un attimo e invitandomi a salire
con lui in macchina, promettendomi un passaggio verso
casa. Decisi di accettare e mi
stupii di me stessa; salimmo in
macchina e fu impossibile non
notare una cosa: le sue mani.
Mi misero in uno stato di ignominia a tal punto che dovetti
dirigere il mio sguardo su altro.
Non solo: dai modi di parlare,
di vestire intuii molte cose; era
un uomo cinico molto compulsivo, improle e con una forte
passione per l’enoteca, penso
proprio dovesse essere un politologo passatista ma per me
era solo e soltanto un pedissequo di un modello ormai risaputo. Arrivammo davanti casa
mia e io non volevo scendere,
decisi di chiedergli di mostrarmi le sue mani. L’uomo mi
guardò con uno sguardo da
ebete e mi mostrò le sue mani:
i brividi si espansero per tutto il
mio corpo al punto che un forte
desiderio mi avvolse. Io volevo
quelle mani! mi facevano impazzire le amavo, mi piacevano eppure non potevo averle.
Odiai quel desiderio che avevo, ma cosa avrei dovuto fare?
fermarmi? No! seppur odiavo
quel desiderio non potevo fare
a meno di soddisfarlo e, come
avrai potuto immaginare, mi
presi quelle mani!! Vuoi sapere
in che modo?
Prova a immaginare, non posso mica dirti tutto. Adesso so
solo che le avrei custodite per
sempre solo e soltanto io, un
uomo eluso da tutti, e ogni
giorno chiedevo a me stesso il
perché di questo e forse lo avevo capito, sai ? Non esistevo.
Martina Scala
III A Liceo Scientifico
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