Giornalino di Istituto 2013 | Page 52

Bobby di Greyfriars nel Greyfriars Kirkyard. Proprio a fianco della cancellata in ferro, c’è un pub col nome del cane. Camminando lungo i sentieri di ghiaia si raggiunge la chiesa. E’ una costruzione particolare priva di presbiterio e ricca di vetrate, contrafforti e archi, tipici dell’architettura medievale. Bobby è, il cane più famoso di Edimburgo e della Scozia intera. A lui hanno dedicato una statua minuta, poggiata su una fontana ormai asciutta modellata nel cuore della old town all’angolo sud occidentale di George IV Bridge dove il terrier venne sepolto dopo aver vegliato per 14 anni la tomba del suo amato padrone nel cimitero di Greyfriars Kirkyard. E così la città, per ricordarlo, gli ha edificato una statua che ogni anno viene fotografata da milioni di persone che visitano la capitale della Scozia. Simbolo di un affetto incondizionato, conosciuto in tutto il mondo grazie a molti libri e film. La storia di Bobby inizia nel 1856 quando i suoi primi guaiti attirano l’attenzione di John Gray. L’uomo, guardia notturna della polizia di Edimburgo, acquista il terrier di Skye, la più grande delle isole Ebridi. I due diventano inseparabili sino a che la tubercolosi colpisce il padrone nel 1858. Gray viene sepolto nel cimitero di Greyfriars Kirkyard, ma il cane non lo lascia: fedele, veglia la tomba notte e giorno. Se ne allontana solo il tempo per cercare un po’ di cibo che gli abitanti della zona gli danno. Alcuni di loro, colpiti da questo amore incrollabile, lo ospitano d’inverno. Ma puntuale, ogni mattina, Bobby esce dalle case e si sdraia a fianco della lapide dell’uomo. Nel 1867, però, viene introdotta una legge che prevede l’abbattimento dei cani randagi. La sua storia passa di bocca in bocca, attraversa i quartieri di Edimburgo. E arriva a Sir William Chambers. Il direttore della Società Scozzese per la Prevenzione della Crudeltà sugli Animali, paga per rinnovare la proprietà del terrier. E se ne assume la responsabilità di fronte al consiglio cittadino. Nel verde del cimitero francescano, luogo simbolo della lotta per la supremazia della religione presbiteriana in Scozia, nel 1638 venne firmato il National Convent, il patto contro l’episcopato anglicano. Tra le vecchie tombe di personalità che hanno reso grande la Scozia viè anche il Marty’s Monument, monumento commemorativo in onore dei Covenanters che lottarono per imporre la nuova dottrina. Oltre 1200 di loro nel 1679 vennero imprigionati nella zona sud-ovest del cortile. E poi, proprio di fronte all'ingresso principale vi è la lapide commemorativa dedicata a Bobby.Appena sotto la data in cui morì, più in piccolo, le parole che sono il simbolo della sua storia e dell’amore oltre la morte: “Che la sua devozione leale sia una lezione per tutti noi”. Lucchese Giuseppe IVB ITIS Bobby è salvo, sino a quando il 14 gennaio del 1872, 14 anni dopo aver continuamente vegliato John Gray, muore. E raggiunge il suo padrone nell’Aldilà. Edimburgo non lo dimentica: e a un anno dalla scomparsa, la filantropa Angela Burdett-Coutts fa erigere sulla sua tomba una statua e una fontana per ricordarlo. Attraverso la strada per entrare PAGINA 52