Bobby di Greyfriars
nel Greyfriars Kirkyard. Proprio a
fianco della cancellata in ferro,
c’è un pub col nome del cane.
Camminando lungo i sentieri di
ghiaia si raggiunge la chiesa. E’
una costruzione particolare priva
di presbiterio e ricca di vetrate,
contrafforti e archi, tipici
dell’architettura medievale.
Bobby
è,
il
cane più famoso
di Edimburgo e
della Scozia intera. A lui hanno
dedicato una statua minuta, poggiata su una fontana ormai asciutta modellata
nel cuore della old town
all’angolo sud occidentale di
George IV Bridge dove il terrier
venne sepolto dopo aver vegliato per 14 anni la tomba del suo
amato padrone nel cimitero di
Greyfriars Kirkyard.
E così la città, per ricordarlo, gli
ha edificato una statua che ogni
anno viene fotografata da milioni di persone che visitano la capitale della Scozia. Simbolo di
un affetto incondizionato, conosciuto in tutto il mondo grazie a
molti libri e film.
La storia di Bobby inizia nel
1856 quando i suoi primi guaiti
attirano l’attenzione di John
Gray. L’uomo, guardia notturna
della polizia di Edimburgo, acquista il terrier di Skye, la più
grande delle isole Ebridi. I due
diventano inseparabili sino a
che la tubercolosi colpisce il padrone nel 1858.
Gray viene sepolto nel cimitero di
Greyfriars Kirkyard, ma il cane
non lo lascia: fedele, veglia la
tomba notte e giorno. Se ne allontana solo il tempo per cercare
un po’ di cibo che gli abitanti della zona gli danno.
Alcuni di loro, colpiti da questo
amore incrollabile, lo ospitano
d’inverno. Ma puntuale, ogni mattina, Bobby esce dalle case e si
sdraia a fianco della lapide
dell’uomo. Nel 1867, però, viene
introdotta una legge che prevede
l’abbattimento dei cani randagi.
La sua storia passa di bocca in
bocca, attraversa i quartieri di
Edimburgo. E arriva a Sir William
Chambers. Il direttore della Società Scozzese per la Prevenzione della Crudeltà sugli Animali,
paga per rinnovare la proprietà
del terrier. E se ne assume la responsabilità di fronte al consiglio
cittadino.
Nel verde del cimitero francescano, luogo simbolo della lotta per
la supremazia della religione
presbiteriana in Scozia, nel 1638
venne firmato il National Convent, il patto contro l’episcopato
anglicano.
Tra le vecchie tombe di personalità che hanno reso grande la
Scozia viè anche il Marty’s Monument, monumento commemorativo in onore dei Covenanters
che lottarono per imporre la nuova dottrina. Oltre 1200 di loro nel
1679 vennero imprigionati nella
zona sud-ovest del cortile.
E poi, proprio di fronte all'ingresso principale vi è la lapide commemorativa dedicata a
Bobby.Appena sotto la data in
cui morì, più in piccolo, le parole
che sono il simbolo della sua
storia e dell’amore oltre la morte:
“Che la sua devozione leale sia
una lezione per tutti noi”.
Lucchese Giuseppe
IVB ITIS
Bobby è salvo, sino a quando il
14 gennaio del 1872, 14 anni dopo aver continuamente vegliato
John Gray, muore. E raggiunge il
suo padrone nell’Aldilà. Edimburgo non lo dimentica: e a un anno
dalla scomparsa, la filantropa Angela Burdett-Coutts fa erigere
sulla sua tomba una statua e una
fontana per ricordarlo.
Attraverso la strada per entrare
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