Giornalino 2012 | Page 5

Etis : la fabbrica dei giornali
Ecco a voi Don Abbondio
La storia : un cammino cieco o razionale ?
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Poi , il salto di qualità : alle numerose

linotype , situate nei piani bassi dell ’ edificio , che ospita anche la redazione , si affianca una rotativa Man che riesce a stampare 48 pagine . La sostituirà nel 1988 un ’ altra ancora più grande . Ma il vero cambiamento si ha nel dicembre del 2005 allorché si inizia a produrre il giornale nella zona industriale di Catania , in un complesso molto più grande del precedente . Le pagine con gli articoli ed i titoli , le notizie , le foto , la pubblicità vengono corrette e approvate in redazione , e subito trasmesse allo stabilimento industriale . Per fare un buon giornale , non basta scrivere bene le notizie : molto importante è l ’ impaginazione , ossia la scelta del rilievo da dare a ciascun fatto . Il ‘’ peso ’’ delle notizie viene evidenziato dalla posizione scelta nel ‘’ menabò ’’, ma anche dalla lunghezza dell ’ articolo , dalla misura del suo titolo e dalla presenza o meno di grafici e fotografie . Ma differenziare l ’ importanza delle notizie ha anche una finalità estetica perché è piacevole e rilassante osservare spazi in equilibrio . Con un sistema di incisione a raggio laser i file delle pagine vengono trasferiti su lastre di metallo che , montate sui cilindri delle rotative ed inchiostrate , si comportano come timbri per il giornale in stampa . Nei processi di stampa gli inchiostri non vengono mai mischiati , ma sono giustapposti gli uni agli altri sotto forma di tanti piccoli puntini che vengono rilasciati sulla carta da quattro diverse lastre preparate per la stampa . Tutta la varietà di colori nasce da un mix di sole quattro tinte : il giallo , il rosso , il blu e il

Montale obbietta ciò esplicitando come la storia sia tutto tranne che visione razionale degli eventi perché in essa i fatti si susseguono senza seguire un nesso logico , ma dettati puramente dalla casualità . Come ricordano anche i filosofi del XVIII secolo Hume e Kant , si può dare ragione solo a una legge logica che assicura l ’ avvenire delle cose in un preciso momento , ma quella stessa legge non rende certo il medesimo avvenimento in circostanze temporali e spaziali diverse . Montale riesce a spiegare questo concetto con una bellissima metafora : quella di un treno che si sposta da un binario all ’ altro improvvisamente . C ’ è , comunque , chi è riuscito a trovare un modo con cui giustificare la razionalità della storia attraverso la visione provvidenziale . Un esempio ci viene dato da Dante che più volte rende protagonista la figura di Dio nella Divina Commedia , in particolar modo nel VI canto del Paradiso in cui Giustiniano , imperatore dell ’ impero Romano , spiega che sia Roma sia l ’ impero hanno due funzioni dettate dalla Provvidenza Divina : quella civile , svolta dall ’ imperatore che ha il compito di legiferare con saggezza per il benessere del popolo e poi quella religiosa , in quanto il Papa è la guida spirituale per i cristiani . Un punto di incontro per queste due visioni divergenti si può trovare nello storico per eccellenza dell ’ età classica greca : Tucidide . Egli scrisse “ La guerra del Peloponneso ” un ’ opera storiografica in cui fa il vaglio delle fonti per giungere alla verità . Tucidide riconosce la storia come magistra vitae , come un possesso per sempre , una disciplina da cui trarre insegnamento . “ Basterà che stimino la mia opera quanti vogliono scrutare e penetrare la verità passate e di quelle che nel tempo futuro , per le leggi immanenti al mondo umano , s ’ attueranno di simili , o perfino d ’ identiche ”: proprio da questo si evince la sua convinzione su come gli eventi si ripetono nel tempo . Tuttavia il punto contrastante con la visione di Dante è la negazione di una presenza divina nel processo storico il che ci riconduce tutto al caso come sostiene Montale . A chi dare ragione ?

Carmelinda Luciano

Etis : la fabbrica dei giornali

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Don Abbondio ci viene presentato come un uomo tranquillo e sereno . E ’ scarsamente descritto dal punto di vista fisico ; a parte alcuni accenni a due occhi grigi , una bassa statura e una costituzione corpulenta , non emerge nient ’ altro riguardo all ’ aspetto dell ’ anziano curato . Inizialmente tutte le sue mosse , in armonia con il paesaggio , ispirano una grande tranquillità , la tranquillità di chi sta godendo la propria passeggiata . Tutti i gesti che compie , dal chiudere il breviario mettendo l ’ indice della mano destra come segno o lo spostare i ciottoli con un piede da una parte della strada , sono gesti scanditi dall ’ abitudine , dove ogni cosa è al suo posto e non c ’ è spazio per avvenimenti nuovi o sorprese . Quando Don Abbondio incontra i bravi , i suoi gesti diventano rigidi e contratti , non più riposati e distesi come prima ; gli occhi cercano una via di fuga . Durante il dialogo , la voce di Don Abbondio è un balbettìo . nero . Dalla combinazione di quantità diverse di questi quattro colori base nascono tutte le altre tinte . E ’ già all ’ interno dello stabilimento industriale che i giornali , appena stampati , cominciano il loro lungo cammino . La rotativa espelle le copie su un nastro trasportatore che conduce ad una catena di trasporto interno : un lungo nastro dotato di tante piccole pinze capaci di agganciare al volo , una ad una , le copie del quotidiano . Il nastro sospeso convoglia le centinaia di migliaia di copie di giornali verso il grande capannone della spedizione . Alla fine del percorso la catena raggiunge speciali attrezzature che servono per impilare le copie , impacchettarle con un foglio di cellophane ed etichettarle secondo le destinazioni di Sicilia e Calabria . Gli uomini della spedizione aspettano con i loro furgoni che le copie siano pronte , le caricano a bordo , e partono verso le mete assegnate . L ’ obiettivo da non mancare è raggiungere , prima che

sorga il sole , ogni angolo della Sicilia , ma anche buona parte della Calabria . Un buon numero di copie , infine , via aerea , viene distribuito anche a Roma e Milano . Coordinare il lavoro che si svolge all ’ interno di una testata giornalistica presuppone una sintesi redazionale dove si fondano assieme ruoli , gerarchie e , soprattutto , scelte . Organizzazione , velocità
e rigore : queste le parole chiave del lavoro in redazione . L ’ impegno della squadra per ottenere risultati apprezzabili necessita di una efficiente organizzazione , per tale motivo i
compiti di ciascuno sono definiti e chiari .
Benedetta Di Tomasi Elisabetta Campisi
II B Liceo Scientifico

Ecco a voi Don Abbondio

Manzoni esprime una critica : Don Abbondio è infatti un personaggio negativo dei Promessi Sposi in quanto incarna male i valori cristiani . Inoltre lo scrittore spiega il motivo fondamentale che aveva spinto Don Abbondio a diventare prete : l ’ assoluta mancanza nel ‘ 600 di leggi che proteggessero i deboli dai prepotenti e dai malvagi . Così Don Abbondio , che non era nato con un cuore da leone , si era presto accorto di essere nella società in cui viveva “ come un vaso di terracotta costretto a viaggiare in compagnia di vasi di ferro ”. Il curato pertanto aveva deciso di diventare sacerdote , cosa che gli avrebbe permesso di trascorrere una vita quieta e comoda , lontano dai disagi e dai problemi . All ’ epoca , infatti , la scelta religiosa era spesso dettata dalla volontà di avere protezione se non privilegi , in un tempo in cui le difese dei soggetti che non fossero legati al potere erano ben poche . Il religioso ha vissuto una vita evitando problemi , ma questa è stata quasi sempre una scelta obbligata in un secolo in cui la legge non proteggeva .

La concezione politica e storica

di Dante che emerge nei canti sesti della Commedia mette in luce una visione fondata su una concezione della storia come rivelazione delle verità cristiane . Questa concezione è tipica dell ’ uomo medievale e vede la storia come l ’ attuazione di un disegno divino che si deve realizzare con alcuni strumenti quali l ’ Impero : la figura dell ’ imperatore e del papa hanno il compito di unire il mondo mantenendo l ’ ordine e la pace . Dante , quindi , sostiene la legittimità del potere imperiale fondato sulla tradizione romana e voluto da Dio per rimediare alla degenerazione della storia umana , come afferma nei canti della Commedia . Questo pensiero nasce dall ’ esilio e dalle peregrinazioni che portano il poeta a scagliarsi aspramente contro la situazione che era presente a Firenze , in Italia e in Europa . Un altro aspetto della concezione politica di Dante riguarda le autorità della Chiesa e dell ’ Impero . Esse derivano direttamente da Dio e sono prive di ogni forma di subordinazione reciproca e sono le garanti della felicità terrena , che spetta all ’ imperatore , e della beatitudine eterna , la cui responsabilità ricade invece sul papa . Quindi , perché la società terrena realizzi il programma divino , è necessaria l ’ azione della Chiesa e dell ’ Impero ; dalla loro discordia non può che
Così egli stava dalla parte del più potente , per non far torto a nessuno ; inoltre criticava duramente chi non era come lui e riusciva a trovare sempre qualcosa che non andava in coloro che si erano messi contro i potenti . L ’ unica strategia conosciuta da Don Abbondio è la fuga ; il suo comportamento non è spontaneo ma è utilizzato per proteggersi dai soprusi del tempo . Trovatosi a vivere in una società retta dai prepotenti , Don Abbondio si è fatto prete senza riflettere sugli obblighi e sugli scopi della missione sacerdotale , badando soltanto a procurarsi una vita tranquilla e agiata . Egli non è una vittima della paura e dell ’ angoscia , ma un eroe del quieto vivere . Si lascia governare dalla paura che lo rende egoista e irragionevole ; per la paura non vede più la verità e non segue la via del dovere . E ’ privo di cultura , è attaccato al denaro ed è diffidente nei riguardi di tutti . Eppure Manzoni ha creato il suo personaggio più attraente .
V A PNI

La storia : un cammino cieco o razionale ?

Carrubba Rosario IC ITIS
nascere corruzione e frantumazione dell ’ unità dello Stato . Questa visione è molto lontana da quella dei nostri giorni soprattutto per quanto riguarda la concezione politica dell ’ impero che oggi è qualcosa di utopico e impensabile . La visione storica di Dante si contrappone a quella di un autore del Novecento ovvero di Eugenio Montale . Egli afferma che non esiste nessuna certezza e fiducia derivanti dalla sacralità della storia la quale è priva di senso e di razionalità , maestra di nulla , dominata dal caso . Bisogna però ammettere che ogni idea storica dipende dall ’ epoca in cui si vive dall ’ analisi di fatti accaduti e di situazioni attuali . La visione negativa dell ’ esistenza di Montale deriva dalle terribili vicende della storia ( ovvero le guerre mondiali e quella in Vietnam ). Come afferma nella sua opera “ Ossi di seppia ” il mondo è una negatività totale , in cui non vale la pena neppure di sperare ; nella storia , definita come una progressione cieca e sorda , Montale intravede solo una sequenza di fatti imprevedibili e su di essa non conviene cercare di esercitare alcun controllo o tentare una comprensione . Questa idea è evidente nei componimenti “ Storia ” e “ Fanfara ” in cui affiora una vena d ’ ironia e di sarcasmo e dove la storia è oggetto di una critica demolitiva che le sottrae ogni possibile funzione o insegnamento . La concezione di Montale è antitetica a quella di Machiavelli che vedeva nella storia il ripetersi di scelte , situazioni e risposte già presentatesi nel passato , e inoltre , caratterizzate dalla capacità dei grandi uomini capaci di cambiare gli eventi . Occorre cercare di seguire le tracce dei grandi uomini del passato che seppero sfruttare abilmente la fortuna come occasione per dar modo alla loro virtù politica di emergere . Machiavelli , tuttavia , sottolinea che virtù politica e virtù morale non si identificano , in quanto la natura malvagia
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dell ’ uomo non consente sempre di operare onestamente ed equamente : infatti l ’ uomo è lupo nei confronti dell ’ altro uomo . Machiavelli pone comunque grande fiducia negli insegnamenti derivanti dalla storia e nelle capacità dell ’ agire umano . Un punto di vista simile ma più complesso , che si basa su una Ragione Assoluta , è quello di Hegel . Per lui la storia è la “ storia dello Spirito che si realizza ”; lo Spirito non ha altro scopo che ritrovare se stesso : è questo il fine della storia . Per Hegel tutti i fatti storici sono assolutamente necessari e a noi appaiono contingenti perché il nostro punto di vista è limitato e incapace di cogliere il tutto . Tale tutto è visibile soltanto dal punto di vista dello Spirito che ha realizzato se stesso . Nelle sue opere Hegel spiega quali rapporti lo Spirito ha con i singoli individui ; essi credono di essere protagonisti della storia , ma in realtà sono solo mezzi di cui lo Spirito si serve , concedendo loro temporaneamente la facoltà di emergere . Questi sono gli eroi ovvero gli uomini capaci di incarnare , in un determinato periodo storico , lo Spirito della Ragione . A queste personalità i popoli non possono che inchinarsi e questo spiega il motivo della fortuna di eroi come Cesare , Napoleone o altri ; ma essi sono soltanto pedine che giocano in un mondo di regole già date . Non a caso sono i popoli ad incarnare l ’ idea di dominatori mentre gli altri popoli vengono sottomessi . La storia , allora , è per Hegel un cammino provvidenziale ( simile alla Provvidenza manzoniana che avrebbe portato gli oppressi a godere della felicità eterna in cielo ), portatrice di una razionalità che annulla i singoli individui per trovare nella sua realizzazione il concetto più elevato di umanità . Ma quanto può essere valida questa tesi analizzando i drammi e le tragedie che caratterizzano il periodo in cui visse Montale ?
Alessio Nastasi VA PNI