Frammenti di luce e di colore Una finestra sull'Impressionismo | Page 71
da cui trarrà il racconto “Il carcere” (1938-
39). Inizia inoltre a tenere un diario, “Il
mestiere di vivere”, pubblicato postumo
nel 1952. Dopo essere rientrato a Torino
nel 1936, “Solaria” pubblica la sua raccol-
ta di poesie “Lavorare stanca”, che, però,
passa pressoché inosservata. “Lavora-
re stanca”, volutamente in contrasto con
movimenti come l’Ermetismo, è caratte-
rizzata dall’uso del verso lungo e da un
tono più narrativo. Pavese introduce inol-
tre il tema del contrasto tra la campagna
e la città, che verrà ripreso in altre impor-
tanti opere: la campagna è il luogo in cui
si esprime il proprio io più autentico e gli
istinti vitali, la città, invece, provoca un
effetto straniante e mortificante. Pavese,
dopo l’uscita di questa raccolta, scriverà
altre poesie, che verranno pubblicate po-
stume con il titolo “Verrà la morte e avrà
i tuoi occhi”, nel 1951. A partire dal 1936
inizia a scrivere numerose opere in prosa,
principalmente racconti e romanzi brevi:
tra questi il già citato “Il carcere” e “Pa-
esi tuoi”.“Paesi tuoi” (1941) riceve molte
critiche per lo stile innovativo (vicino al
realismo americano) e l’immagine bruta-
le e selvaggia che dà della vita contadina.
Nel 1943, con l’armistizio, Pavese si rifu-
gia nel Monferrato, separandosi dai suoi
amici impegnati con la Resistenza. Du-
rante questo isolamento, lo scrittore at-
traversa un periodo di profonda crisi, che
cerca di esorcizzare nel romanzo breve
“La casa in collina” (1947-48), fortemen-
te autobiografico e immerso in un clima
di sconfitta: riflette infatti sul significato
della guerra e della crudeltà, sul suo rap-
porto complesso con la società e la storia,
e sull’importanza del mito, la religione e
la cultura classica per l’umanità. Inoltre
mette a punto la tecnica della “realtà sim-
bolica”, collegando la realtà a significati
superiori. Nel dopoguerra, Pavese con-
tinua la sua fedele collaborazione con la
casa editrice Einaudi, curando una colla-
na di studi di antropologia, etnologia e
psicanalisi. Successivamente, aderisce al
Partito Comunista, e scrive per “l’Unità”.
Nel 1947 esce “Il compagno”, un romanzo
a sfondo politico, e i “Dialoghi con Leu-
cò”, ispirati ai miti classici. Nel 1950 pub-
blica il suo ultimo romanzo “La luna e i
falò”, e riceve il premio Strega. I suoi rap-
porti complicati col partito e il suo senso
di inadeguatezza, però, lo portano al sui-
cidio, nello stesso anno, nella camera di
un albergo torinese.
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