Frammenti di luce e di colore Una finestra sull'Impressionismo | Page 24

ro accettate dal Salon ufficiale (circa 3000) perché non soddisfacevano i gusti classici e accademici dell’epoca. Infatti, il Salon dell’Accademia di belle arti di Parigi ave- va precisi standard da seguire e gli artisti francesi di quel periodo dovevano cercare di ispirarsi il più possibile all’arte classi- ca, con temi come la mitologia o le nature morte. Opere così innovative erano giu- dicate blasfeme dalla giuria, e anche dal pubblico stesso, che preferiva invece Wil- liam Bouguereau o Alexandre Cabanel (giusto per citarne alcuni), più attenti alla tecnica e al disegno, come voleva l’Acca- demia. Tra queste una in particolare, “La colazione sull’erba”, di Édouard Manet (considerato il precursore dell’impressio- nismo), fece scalpore: rappresenta infatti una donna nuda che conversa con due borghesi in mezzo a un bosco (nel 1965, Manet sconvolgerà ancora di più la mora- le pubblica con “Olympia”, dipinto in cui era stata ritratta senza alcun dubbio una prostituta). Ciò che disturbava era so- prattutto il fatto che la donna raffigurata non fosse un nudo classico o mitologico, o comunque idealizzato (come nei quadri dei già citati Bouguereau e Cabanel): era infatti una scena contemporanea, che Ma- net aveva visto davvero (le donne erano solite fare il bagno lungo la Senna). Non è nemmeno un nudo simbolico, come nel caso de “La libertà che guida il popolo”, nel quale Delacroix aveva messo a tacere le critiche assegnando alla donna con la bandiera un carattere di allegoria (rap- fig. 1: Alexandre Cabanel, La nascita di Venere, 1863; olio su tela, 130x225 cm, Parigi, Musée d’Orsay 24