Frammenti di luce e di colore Una finestra sull'Impressionismo | Page 23
scoperto il piacere di uscire, soprattutto
dopo cena, di assistere a spettacoli teatrali
e mostre: si era solo all’inizio di quell’età
felice che verrà successivamente chiama-
ta “Belle Époque”. Gli impressionisti, da
parte loro, sfruttarono questa nuova li-
bertà dipingendo sempre più spesso sce-
ne all’aria aperta, sia di carattere urbano
che paesaggistico (è il caso di Monet, so-
prattutto per queste ultime), spesso senza
figure umane. Altri, invece, come Renoir,
preferivano rappresentare eventi sociali
e divertimenti della classe borghese; altri
ancora, al contrario, scene al chiuso, per
esempio ambientate all’interno di teatri o
locali che i francesi frequentavano: famo-
sa è, per esempio, la lunga serie di quadri
di Degas dedicati ai balletti e le ballerine.
fig. 1 (pag. 13, sopra):
Gustave Caillebotte,
Place de l’Europe,
tempo di pioggia,
1877; olio su tela,
212x276 cm, Chicago,
Art Institute of Chicago
fig. 2 (pag. 13, sotto):
Veduta aerea di Piazza
Charles de Gaulle
fig. 3 (pag. 14, sopra):
Place de l’Opéra,
Palais Garnier,
1900 circa
fig. 4 (pag. 14, sotto):
Édouard Manet,
L’Esposizione
universale di Parigi,
1867; olio su tela,
108x196 cm, Oslo,
Nasjonalgaleriet
fig. 5 (a sinistra):
Esposizione universale
di Parigi (1867)
Gli inizi
L’impressionismo è una corrente artisti-
ca nata in Francia, a Parigi, nella secon-
da metà dell’Ottocento, e viene tradizio-
nalmente collocata tra il 1874 e il 1886, il
periodo in cui vennero esposte le 8 mo-
stre impressioniste. Durata poco più di
vent’anni, ha influenzato in modo indele-
bile tutta l’arte venuta dopo, e rappresen-
ta uno dei primi tentativi di uscita dagli
schemi pittorici dell’epoca. Nonostante
il 1874 sia convenzionalmente considera-
to l’anno di nascita di questo movimen-
to, una prima svolta si ebbe nel 1863 con
l’apertura del Salon des Refusés (“Salone
dei Rifiutati”) da parte di Napoleone III,
che decise di supportare gli artisti, tra cui
figuravano Claude Monet e Camille Pis-
sarro, le cui opere, quell’anno, non venne-
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